Yoga. Le Sequenze di Mark Stephens è un altro libro di sequenze di yoga? No! Non lasciatevi ingannare dal titolo Le sequenze: questo non è un libro di sequenze, bensì un libro sulle sequenze nello yoga. Contiene, certo, anche sequenze (molte, molto belle e utili) ma soprattutto insegna a costruirle.
Finalmente! Perché in italiano ci sono diversi libri contenenti sequenze di posizioni yoga (alcuni anche ben fatti), ma non esisteva – finora – un libro che insegnasse a costruire sequenze di yoga nel migliore dei modi. Perché praticare una sequenza è una cosa, ma inventarla, costruirla, proporla ai propri allievi è tutta un’altra! Ben lo sappiamo noi poveri insegnanti quando, alla fine del percorso di formazione, ci troviamo con il nostro bel «gruzzolo» di posizioni e tecniche ben conosciute e imparate, ma non sappiamo in che modo metterle una dietro l’altra all’interno della lezione! Vi assicuro che è così: c’è quasi un senso di abbandono, alla fine di un corso di formazione. Sono parole degli allievi e delle allieve cui insegno da oltre un decennio per l’ISYCO (Istituto per lo Studio dello Yoga e della Cultura Orientale) di Torino. Prima o poi, durante la scuola qualcuno chiede: «Come si costruisce una lezione equilibrata?», oppure «Quando posso introdurre il pranayama?» o ancora «Le posizioni capovolte si mettono all’inizio o alla fine della lezione?
Risposte
Mark Stephens – chiedendo aiuto anche ad altri autori, citandoli umilmente – fornisce risposte alle domande che abbiamo appena letto – e a molte altre, in verità. Partiamo da una frase di Ezraty, che si trova nel capitolo 15 del libro, dal titolo intrigante: Ulteriori spunti per creare le sequenze:
«Ogni lezione di yoga dovrebbe svolgersi coma una storia ben congegnata, con un inizio, una parte centrale e una fine, in modo da permettere di realizzare una consapevolezza, un’esperienza o una capacità nuove».
Ulteriori spunti, recita il titolo del capitolo, perché finora nel libro è stato un continuo fornire spunti per creare sequenze “corrette, efficaci, efficienti, belle e integrate”
Foto grandi, che spiegano di ogni singolo asana, e foto piccole, che in sequenza descrivono la successione dei movimenti del corpo, illustrano ognuna delle sequenze proposte nel libro: per bambini di ogni età, per adulti di ogni livello (principianti, intermedi, avanzati), donne (nelle varie fasi della vita), anziani. Ma soprattutto tutta la Prima Parte del libro è un vero e proprio «A-B-C»: quasi 100 pagine per raccontare la filosofia del creare sequenze, i princìpi su cui farlo, la struttura che deve – o dovrebbe – avere una lezione di yoga (per famiglie di posizioni? Per sviluppare una certa parte del corpo?).
Proposte
Ho adorato il capitolo 4 di Yoga. Le Sequenze, rivolto proprio a noi poveri insegnanti “abbandonati”. Ci sono addirittura le istruzioni verbali da dare agli allievi, cioè che cosa dire e come dirlo per trasmettere adeguatamente il concetto di opposto e complementare eseguendo, per esempio, Tadasana, la posizione della montagna. Mi sento proprio di ringraziare Mark Stephens per la sua generosità: ci sono molti insegnanti che non pensano nemmeno a comunicare ad altri insegnanti le loro scoperte, il loro percorso, il loro modo di trasmettere. Ho trovato, nel mondo dello yoga italiano, molto provincialismo e anche il solito «orticello» che ciascuno si coltiva, senza minimamente condividere problemi e soluzioni, lasciando che ognuno si arrangi. Ricordando che in India c’è un detto: «C’è sempre posto» trovo che temere la concorrenza, tenere per sé le proprie competenze, non utilizzare l’esperienza di altri (per evitare di incappare negli stessi errori) sia una sciocchezza non degna di uno yogi o di una yogini (che dovrebbero seguire yama e niyama, no?).
Questo libro è veramente un grande regalo per tutti gli insegnanti italiani.
Fare la spesa
Questo libro mi ha fatto venire in mente un ricettario. In fondo, nelle Appendici, ci sono tutto gli ingredienti: c’è un glossario per sapere come si scrivono e che cosa significano i nomi delle posizioni e delle tecniche e ci sono delle meravigliose schede, una per ciascuna posizione, in ordine alfabetico: una specie di “carta d’identità” delle asana con la famiglia cui appartiene, la foto, a che cosa serve, le controposizioni. Sono proprio delle schede da ritagliare, volendo, c’è persino il segno delle forbici e il tratteggio per tagliare.
Così, dopo aver “comprato gli ingredienti”, avendo letto l’etichetta, possiamo cucinare il nostro pranzo-sequenza: antipasto (preparazione), primo (principianti), secondo (intermedi), contorni (avanzati), dolce (situazioni particolari), caffé-bevande-altro (rischi e come evitarli). Come comporre la ricetta ce lo avrà insegnato tutto il resto del libro, letto prima delle Appendici.
Sequenze di yoga famose
Proprio come nei libri di cucina ci sono le foto dei piatti, qui ci sono le foto di tutte le oltre 60 sequenze proposte: con foto più piccole e breve descrizione dell’asana (la spiegazione approfondita è nelle schede), troviamo il classico Saluto al Sole, le sequenze più famose (nell’Appendice D), ma anche quelle ayurvediche (tre sequenze di yoga per equilibrare i tre diversi dosha), sequenze per allievi anziani con problemi di equilibrio e poi… e poi… guardate il libro, perché 480 pagine sono troppe per sperare di renderne una descrizione soddisfacente in una recensione!
Le parole di Mark Stephens e la montagna
Voglio concludere la recensioni proponendovi direttamente le parole dell’autore di Yoga. Le Sequenze, Mark Stephens.
«(…) principi fondamentali della creazione di sequenze che dovrebbero essere idealmente presenti in ogni lezione: passare dal semplice al complesso; passare dall’esplorazione dinamica a quella statica (ovvero arrivare all’immobilità); sviluppare l’equilibrio energetico; integrare lo sforzo e l’agio; trasformare se stessi in modo sostenibile.
Ci sono modalità potenzialmente infinite di strutturare una lezione, e questo è in parte il motivo per cui c’è bisogno di una serie di linee guida per sapere cosa fare, quando farlo e in che modo mettere in relazione i vari elementi della pratica tra loro. Ciascuna sequenza ha effetti diversi su ciascun allievo, così come la stessa sequenza ha effetti diversi se praticata a livelli diversi di intensità, di ritmo e di durata. La sfida che deve affrontare l’insegnante è creare sequenze che permettano all’allievo di praticare in armonia con la sua condizione, rispettando lo stato della sua evoluzione personale (…).
L’insegnante che crea le sequenze è come una guida di montagna che porta gli allievi a fare un’escursione. Li invita a unirsi a lui in un’avventura nella quale si vive un’esperienza di autoosservazione e di evoluzione personale consapevole all’interno del costante cambiamento che avviene dentro di sé e intorno a sé.
Per permettere di vivere al meglio questa avventura, l’insegnante dev’essere preparato mentalmente e fisicamente, deve tracciare un itinerario percorribile tenendo conto dell’ambiente e dei partecipanti, deve tenere conto del tempo necessario per esplorare le vette dell’esperienza, e deve sapere come riportare tutti sani e salvi al punto di partenza, facendo sì che l’esperienza sia per tutti piena e significativa. (…) La prima parte tratta delle basi fondamentali e dei principi della creazione di sequenze. Le vie dello yoga sono innumerevoli, e risalgono alle remote origini dello yoga in India circa cinquemila anni fa. Inoltre, c’è una vasta gamma di orientamenti filosofici, spirituali e intellettuali che riguardano gli elementi specifici della pratica dello yoga. Ho trattato brevemente il variegato mondo dello yoga nel mio libro precedente (L’insegnante di yoga. Le tecniche e le basi, Macro 2016) e dunque non lo farò nel presente volume.
In questo libro tratterò invece in modo più specifico la saggezza e le conoscenze che riguardano direttamente la creazione delle sequenze, temi che si riallacciano al pensiero e all’esperienza dell’India, ma anche a fonti contemporanee che gettano nuova luce sulla pratica dello yoga. Nel corso dei vari capitoli condurremo la nostra esplorazione partendo dai principi generali della creazione delle sequenze, per poi orientarla in modo particolare sui metodi e le tecniche di costruzione delle lezioni, lezioni pensate per allievi, spazi, condizioni e intenzioni differenti. Alla fine vedremo come affinare le istruzioni verbali necessarie a perfezionare i movimenti e le azioni energetiche durante le asana.
(tratto da: Mark Stephens, Yoga. Le Sequenze, Macro Edizioni p. 10-11)
L’autore
Mark Stephens, nato nel 1958, pratica yoga dal ‘91 e lo insegna dal ‘96. Ha formato negli anni più di 700 insegnanti. Conduce lezioni, seminari, corsi di formazione e ritiri in tutto il mondo. Ha studiato gli insegnamenti di diverse tradizioni, dall’Ashtanga Vinyasa all’Iyengar yoga, lo yoga come terapia e il Vinyasa Flow, filosofie tradizionali dello yoga e filosofie moderne dell’essere e della coscienza. Ha insegnato yoga anche in contesti particolari (scuole di quartieri poveri, istituti per minori, centri di recupero, carceri e ospedali psichiatrici). Nel 2000 ha ricevuto il Karma Yoga Award conferito dallo Yoga Journal per la sua opera di volontariato con la fondazione Yoga Inside. Attualmente vive e insegna a Santa Cruz, in California.
Il suo sito è www.markstephensyoga.com
Le sequenze, Macro Edizioni
Un libro adatto a tutti, un manuale utile sia che tu sia un insegnante di yoga. Una preziosa guida contenente una rassegna delle principali pratiche utilizzate in tutto il mondo e adatte a tutti: dai principianti agli studenti intermedi, dai praticanti avanzati ai bambini, dalle donne, in ogni fase della loro vita, agli anziani, dagli allievi che soffrono di depressione a quelli colpiti da ansia e stress.