La rabbia è una delle emozioni più difficili da gestire. Quando arriva, sale veloce e, una volta che si è dentro alla rabbia, è difficile controllarsi. Difficile, ma non impossibile: anche nel controllo della rabbia, come delle altre emozioni, ci può venire in aiuto lo yoga.
La rabbia: un’emozione umana che fa male prima a noi che agli altri
È normale arrabbiarsi, le emozioni fanno parte dell’essere umano. È bene ricordare, però, che la rabbia attacca prima il soggetto che l’oggetto cui è rivolta.
Lo yogi Patanjali negli Yoga Sutra consiglia di non sprecare tempo ed energie con chi non è pronto ad ascoltarci, perché turberebbe solo la nostra mente: “Coltivando […] indifferenza verso le persone miserabili, la mente mantiene la sua calma indisturbata” (Sutra 1.33).
È importante perciò capire quando prevenire la rabbia, e quindi evitarla, e quando canalizzarla, e quindi trascenderla.
Evitare la rabbia
Chi si indigna, sente la sua sicurezza minata. La rabbia è intimamente legata alla paura, all’attaccamento e al senso di autodifesa. In ogni caso, la rabbia è dolore.
Alcuni piccoli accorgimenti di autoconsapevolezza possono aiutare a sviluppare quel sano distacco per fluttuare leggeri tra gli inevitabili conflitti relazionali:
• prendendo la vita meno seriamente e con più ironia;
• accettando le critiche come momento di crescita;
• ignorando quelle che provengono da persone che poco stimiamo;
• distinguendo se è il nostro ego ad essere permaloso, sensibile, malfidato, o se è la situazione a essere davvero irritante, ingiusta e inaccettabile;
• comprendendo che l’altro agisce sempre in base ai suoi pensieri, alle sue azioni, e al suo karma.
Comprendendo appieno le ragioni di certe azioni, iniziamo a prendere consapevolezza delle situazioni e delle dinamiche di certe nostre reazioni… E, magari, cose che prima ci bloccavano la vena della ragione, con l’osservazione e l’autoanalisi, finiscono per non toccarci più.
Gestire la rabbia
Ci sono delle situazioni in cui arrabbiarsi è inevitabile ed esprimere la rabbia è necessario. Come tutte le emozioni, essa non va repressa. Anche nel pianto si reprime un po’. La sfida, quindi, è esprimere la rabbia senza essere arrabbiati.
Gandhi è un esempio iconico di questa sublimazione: egli era molto arrabbiato con il governo inglese per la sua decennale occupazione dell’India. Una storia narra che un giorno Gandhi si trovava a pranzo con degli ufficiali inglesi. Uno di loro lo schernì dicendo: “Oh, oggi a tavola abbiamo maiali e uccelli”. E Gandhi ribattè: “Non si preoccupi, Sir, non volerò via”. Ecco. Gandhi sapeva come esprimere la rabbia con dignità e contegno attraverso l’arma dell’ironia.
Ogni emozione è una reazione interpretata dall’ego. Per trascenderla, bisogna essere, prima di tutto, in uno stato di equilibrio e distacco, e raggiungere l’assenza di dualità. Altrimenti, anche nell’amore ci sarà rabbia. Lo yoga ci insegna che la nostra coscienza deve prima di tutto riconoscere e comprendere quest’emozione, e l’ego deve applicare pazienza, fiducia e perseveranza per raggiungere il distacco e trasformare un’emozione negativa in un’opportunità di crescita.
Ma come si trascende un’emozione?
Servono almeno due strumenti: la continua consapevolezza, che impedisce l’identificazione totale con la rabbia e gli schemi mentali negativi a essa legati; e la pratica, sia essa di yoga, meditazione, o altre tecniche volte a ristabilire equilibrio e centratura.
Eckhart Tolle, nel Potere di Adesso, esemplifica il procedimento da seguire, passo dopo passo, per mantenere la potenza della propria presenza consapevole:
- Focalizza l’attenzione sulla sensazione dentro di te.
- Riconosci che si tratta del corpo di dolore, ossia di tutto il tuo vissuto che riemerge.
- Accetta la sua esistenza.
- Non essere attaccato alla storia dell’io, me, mio. Non lasciare che la sensazione diventi pensiero.
- Non giudicare.
- Sii presente e continua a essere l’osservatore di ciò che accade dentro di te.
- Diventa consapevole non soltanto del dolore emozionale, ma anche di colui che osserva.
Una pratica particolarmente efficace è la meditazione sulle emozioni, di origine tantrica, che si basa sul riconoscimento che tutte le emozioni, belle o brutte che siano, sono energia di cui possiamo beneficiare.
- Siedi in una posizione comoda.
- Porta l’attenzione al flusso respiratorio che arriva nel centro del cuore.
- Entra nello spazio del cuore. Inspirando lascia che sia espanda. Espirando lascia che si ammorbidisca.
- Mantenendo la consapevolezza in questo spazio, ricorda una situazione che riporti un sentimento intenso di rabbia. Se non ci sono situazioni attuali, ricorda un’esperienza passata.
- Mentre l’emozione riempie la tua mente, abbandona i pensieri che la riguardano. Molla la trama, la situazione, la storia dell’io, mio, me.
- Focalizzati puramente sull’energia, sulla sensazione che dà all’interno del corpo.
- Nota dove va a depositarsi e mantieni il tuo sentire nello spazio del cuore.
- Stai con l’emozione. Lascia che si espanda, che penetri in ogni cellula del tuo essere.
- Siedi fino a che l’energia della rabbia non si dissolva nella consapevolezza.
- Goditi la pace che segue.
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