Oggi parliamo di Fiori… in francese. No, non spaventatevi, non è che scriverò l’articolo in francese! Sto giocando sul fatto che in francese la parola «fiore» è coniugata al femminile (così come la parola «mare». E niente è più azzeccato: mare, acqua, inconscio, le acque primordiali, l’emblema del femminile…). Insomma vorrei parlarvi dei Fiori di Bach declinati al femminile.
Ecco qua alcuni consigli sull’uso dei Fiori di Bach nelle varie fasi della vita di una donna, almeno quelle che ci riguardano tutte: menarca (dal greco ménos «mese» e arché «inizio»: la prima mestruazione, quella che dà inizio all’era fertile), dismenorrea (quando le mestruazioni creano qualche problema), menopausa (anch’essa dal greco menos «mese» e pausa «pausa». È la pausa dell’“attività mensile”, le ultime mestruazioni che danno inizio all’era non più fertile biologicamente – ma solo biologicamente!).
Ho escluso la gravidanza, prima di tutto perché non riguarda proprio tutte noi, e poi perché richiede un articolo a sè stante (che arriverà presto), tali e tante sono le componenti e di conseguenza i Fiori indicati per ciascuna.
Diventare “signorina” – la prima mestruazione
A Milano, mia città di nascita, si usava dire così, elegantemente: «È diventata signorina», quando la ragazza aveva la sua prima mestruazione. Per qualcuna era una festa, per altre una iattura: significava fare la prima visita dal ginecologo, correre il rischio di rimanere incinta, vedersi privare di 1 o 2 giorni ogni mese (niente piscina, niente bicicletta, niente viaggi… insomma meno libertà). D’altra parte significava anche che il seno sarebbe cresciuto e, nel sentimento comune, si sarebbe diventate «attraenti» perché «donne», entrando di diritto nella categoria.
Alcune donne si sentono sporche a causa del sangue, dell’assorbente, del pericolo di “sporcarsi” senza accorgersene… In questo caso, per superare questo imbarazzo infondato, può essere utile il Fiore di Bach Crab Apple, il rimedio purificatore, che ci aiuta a capire che la mestruazione non è qualcosa di disgustoso, ma al contrario denota la nostra femminilità e la nostra completezza.
Se invece il menarca è vissuto come una festa, come “diventare grande, finalmente”, essere messe a parte di tutti i segreti finora bisbigliati tra le altre donne della famiglia, sarà comunque utile Walnut, il Fiore del cambiamento, che sintonizza con il «nuovo». Il Fiore del noce, Walnut appunto, aiuta in tutte le fasi di cambiamento: dal cambio dei denti per il bambino, all’inizio dell’asilo e/o della scuola, da un trasloco a, come nel menarca (ma anche nella menopausa), una nuova fase della vita.
In “quei” giorni
Per cominciare, chiamare le cose col loro nome ci aiuterebbe un po’ a togliere alle mestruazioni quell’aura di “sporco”, disdicevole, da tenere segreto. Quando abbiamo mal di testa mica diciamo «sai, sono in “quei” giorni»! Diciamo «Ho mal di testa, per favore non fumarmi vicino o parla più piano…». Invece, se, qualche giorno prima del mestruo – a causa di normali movimenti ormonali – siamo un po’ irritabili, si dice subito «E già! Ha “le sue cose”, lasciala stare» o «È isterica», con riferimento – grazie a Freud, un tantino maschilista – all’utero (dal greco hysteron ,utero); come a dire che in “quei” giorni (ma forse non solo?) ragioniamo con quell’organo invece che col cervello.
Se siamo irritabili, aiutiamoci con Impatiens, il Fiore di Bach contro l’impazienza (come dice il nome) e l’umore variabile, sintomi molto comuni in tutte le donne in fase pre-mestruale.
Se al contrario ci sentiamo inspiegabilmente depresse (e di solito, quando ci passa subito dopo le prime gocce di sangue ci diciamo; «Ah già! Dovevamo venirmi le mestruazioni, ecco perché mi sentivo così giù!») Mustard può soffiare via i nuvoloni neri che coprivano il sole.
Se invece diventiamo più che irritabili, e abbiamo scoppi d’ira incontrollabili per motivi del tutto banali e “sembriamo delle pazze” (e temiamo di esserlo davvero!) c’è Cherry Plum: rimette al loro posto i sentimenti e placa la tempesta… ormonale! Già perché a ben vedere, sempre di questo si tratta; a questo proposito può essere utile tenere un diario/calendario dove segnare l’inizio e la fine della mestruazione, così, vedendo che si avvicinano «quei» giorni non saremo così stupite di sentirci tristi o depresse o nervose o poco lucide, e potremo prepararci meglio, non prendendoci -se possiamo- impegni troppo gravosi, riservandoci un giorno in cui riposarci, leggere sul divano, ascoltare musica, andare al cinema invece che fare qualcosa di impegnativo. Anche questo è rispetto per i nostri tempi che, non dimentichiamolo, sono legati alla Luna e possono essere molto preziosi, se ben accolti e utilizzati. Con la Luna siamo meno razionali ma più creative? E allora nei giorni delle mestruazioni cuciamo, dipingiamo, scriviamo, invece di pretendere di far quadrare il bilancio.
Diventare «signorona» – la menopausa
No, scusate il gioco di parole, questo non è un modo di dire milanese, è che mi è venuto in mente che con la menopausa si tende a ingrassare un po’, e allora mi piaceva giocare con le due parole: signorina quando si comincia ad avere le mestruazioni e signorona quando si finisce di averle.
Oltre a Walnut (che, abbiamo già scritto, è il rimedio per tutti i cambiamenti), può essere d’aiuto il Fiore di Bach Willow, quando sopraggiunge la malinconia e l’autocommiserazione.
Se invece diventiamo veramente tristi perché ci sembra che non ci sia “più nulla da fare”, se davanti a noi vediamo solo il vuoto e abbiamo la sensazione che sia “troppo tardi” per tutto? In questi casi Sweet Chestnut ci porterà un po’ di conforto. Se poi assumiamo anche Gorse (uno degli “antidepressivi” dei Fiori di Bach) ritroveremo fiducia e speranza, perché al contrario c’è ancora molto da fare e da creare, mica solo bambini o mica solo sedurre gli uomini! In altre culture, la donna in menopausa è saggia e sacra, può sovrintendere cerimonie vietate durante l’età fertile, è ascoltata e rispettata perché più centrata e meno distratta dai compiti famigliari. Perciò vedete? Il terreno è tutto! Dipende da come viviamo anche questo periodo della vita, che è solo una pausa. A questo proposito ricordo il geniale titolo di un libro: Menopausa, meno-paura. Paura di non essere attraenti, di non essere più desiderabili (perché non più fertili), paura dei capelli meno morbidi, della secchezza della pelle e delle mucose, delle vampate…
A proposito di vampate (se ci sono, perché non è detto! Io per esempio non ho mai avuto una vampata nella mia menopausa), ricordo mia madre che, in tutta tranquillità ed eleganza, viaggiava sempre con un ventaglio in mano. Ne aveva una collezione e mi ha trasmesso il piacere di usarlo; ora anch’io all’inizio della primavera metto il ventaglio nella borsa e non lo tolgo più fino all’autunno: perché soffrire il caldo, vampate o no? Aneddoti a parte, se stiamo male per gli eccessi di calore assumiamo Mimulus se già prima della menopausa eravamo timide e arrossivamo facilmente; o Larch, se quando arriva la vampata ci sembra che tutti se ne accorgano; Olive ci servirà per la stanchezza (quando le vampate arrivano di notte, impedendoci di dormire bene). Anche in questo caso, se ci sentiamo poco attraenti, vediamo il colorito spento, ci sembra che nessuno ci guarderà più, ora che non serviamo più alla riproduzione, Crab Apple è il rimedio adatto. Sì, proprio come all’inizio della nostra storia con il ciclo mestruale. Non sarà un caso che le due parole, menarca e menopausa, abbiano la stessa radice?