Che cosa sono i bandha? Come tanti termini sanscriti, la parola bandha in realtà è intraducibile nella nostra lingua. Significa al tempo stesso annodare, allacciare, bloccare, unire, contrarre. Nella tecnologia yogica, la si usa per indicare delle specifiche chiusure o contrazioni fisiche volontarie che coinvolgono determinati gruppi di muscoli e tendini.
Queste chiusure servono a canalizzare e utilizzare nel modo corretto e ottimale il respiro e l’energia pranica a esso collegata. I bandha sono molto importanti sia nel controllo del respiro, o pranayama, che in specifiche posizioni e meditazioni.
Il loro impatto è enorme sia sul sistema fisico, che su quello energetico, mentale, emozionale e spirituale.
I bandha sono tecniche yoga complesse da apprendere, è sempre meglio eseguirle inizialmente sotto la guida di un insegnante.
Quando si usano i bandha
Le chiusure si effettuano normalmente nella pratica del pranayama, assumendo delle posizioni che ogni scuola di yoga riassume e spiega nella sua maniera specifica.
La posizione del loto (Padmasana) è quella più efficace e importante, ma esistono altre posture adatte, che si possono assumere rispettando i propri limiti fisici e mentali del momento.
Un importante elemento comune a queste posture è che la colonna vertebrale deve avere una buona base di appoggio: se non si riesce a stare seduti comodamente nelle posizioni indicate, è sempre bene aiutarsi utilizzando un cuscino o anche una sedia, in limite ultimo anche il letto.
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I quattro bandha principali
Sono quattro le chiusure principali riconosciute in tutto il mondo yogico:
- La chiusura del collo, o Jalandhara Bandha.
- La chiusura del diaframma, o Uddiyana Bandha.
- La chiusura della radice, o Mulabandha, che riguarda l’area attorno al pavimento pelvico e il basso addome.
- La grande chiusura, o Mahabandha che è composta dalle prime tre.
La Chiusura del Collo o Jalandhara Bandha
Questa chiusura si esegue nella zona del collo ed è generalmente quella più applicata.
Jalandhara è molto importante durante gli esercizi di controllo del respiro, sia quando si trattiene l’aria dentro i polmoni che quando la si tiene fuori, ma è molto utile anche nelle meditazioni, indispensabile quando contemporaneamente si stanno applicando la Chiusura del Diaframma e la Grande Chiusura.
Jala significa “rete” o “reticolo di maglie”, Dhara vuol dire “trazione verso l’alto” o anche “porta superiore”.
Questa chiusura permette all’energia pranica di risalire liberamente e senza ostacoli, attraverso i canali del midollo spinale e di rifornire il cervello di energie vitali. Sigilla l’aria nel torace, ha un’influenza sul cuore e stira la regione cervicale della colonna, comprime e stimola anche la tiroide.
Come eseguire Jalandhara Bandha
Si porta il mento verso lo scavo dello sterno, tra le due clavicole.
Occorre riuscire a porre il mento in questa posizione così che le vertebre cervicali vengano stirate e che la gola sia compressa nel modo migliore per ottenere gli effetti che lo yoga vuole raggiungere. Si contraggono i muscoli del collo e si stirano le vertebre cervicali.
La Chiusura del Diaframma o Uddiyana Bandha
significa “volare in alto”: quella che vola in su è l’energia pranica, che con l’aiuto di questa chiusura si sposta dal basso addome verso il torace.
Questo bandha coinvolge il diaframma, il muscolo principe che controlla la respirazione lunga e profonda. Il diaframma è situato come una barriera tra i primi tre chakra, posizionati in basso, e il cuore nel petto. Il diaframma è una barriera fisica, ma anche energetica e psicologica: sotto il diaframma abbiamo un mondo collegato al mondo inconscio e materiale, “saltando” verso il cuore si va verso uno stato di consapevolezza ed evoluzione spirituale.
Il salto che l’energia pranica fa con Uddiyana è importante e trasformante.
Uddiyana Bandha stimola il fuoco digestivo, massaggia e tonifica gli organi addominali. Massaggia il cuore, stimola i processi di purificazione.
Come si esegue Uddiyana Bandha
La prima cosa importante da sapere è che si deve praticare a stomaco vuoto e solo in vuoto d’aria, cioè dopo aver espirato completamente. Possiamo riassumere alcuni semplici passaggi di base, ma suggeriamo per una pratica più completa la guida di un insegnante certificato o la lettura di un testo specifico di pranayama.
- Ci si siede in una posizione per noi confortevole, ad esempio a gambe incrociate (Sukhasana).
- Si inspira e, completata l’inspirazione, si comincia a espirare profondamente.
- Quando si ha completamente espulso fuori dai polmoni l’aria, si rimane in vuoto d’aria e nello stesso tempo si tira l’intera regione addominale, in special modo la zona sopra l’ombelico, verso l’alto e verso la spina dorsale. È bene non forzare mai il tempo di durata della chiusura, è consigliabile tenere un tempo gentile, in accordo con le proprie possibilità.
- Prima di tornare a inspirare bisogna rilassare l’addome e solo allora si potrà riportare l’aria nei polmoni.
L’esecuzione di questa chiusura richiede sempre la presenza di una forte e ben eseguita chiusura del collo, o Jalandhara, che non va rilasciata fino a quando non si torna a inspirare.
La Chiusura della Radice o Mulabandha
Immagini tratte dal libro
Asana Pranayama Mudra Bandha
di Swami Satyananda Saraswati.
Come dice il suo nome (Mul significa “radice”), questa chiusura si attua alla base della colonna vertebrale, coinvolge la zona del perineo, del retto, degli organi sessuali e del punto dell’ombelico, nella zona fisica che è in relazione ai primi tre centri energetici, o chakra.
In alcune discipline, lo si pratica solitamente alla fine di un esercizio o di una serie di esercizi, per cristallizzarne gli effetti energetici.
La funzione di base di questa contrazione è quella di miscelare le due polarità di fondo dell’energia pranica (prana, il polo positivo e apana, il polo negativo) nel centro dell’ombelico, così che unendosi possano generare un calore intenso chiamato tapa, che scende verso il basso e va ad aprire l’apertura del canale energetico principale nella colonna vertebrale (shushumna) in cui scorre l’energia kundalini, per stimolarne la risalita.
Come eseguire Mulabandha
A seconda della scuola si hanno delle variazioni nell’insegnamento di questa chiusura, ma generalmente la contrazione coinvolge la zona dello sfintere anale e l’area intorno agli organi sessuali. Non sempre viene aggiunta invece la zona del basso addome, ma in talune scuole sì – in questo caso, sempre tenendo contratte le prime due zone, si contraggono anche i muscoli del basso addome e il punto dell’ombelico, in un unico movimento fluido e rapido.
Mulabandha si può praticare sia con in sospensione del respiro dentro (dopo l’inspirazione), che fuori (dopo l’espirazione).
La Grande Chiusura (Maha Bandha)
La Grande Chiusura è un’attivazione contemporanea dei primi tre bandha.
Si pratica solo tenendo l’aria fuori, dopo aver completato l’espirazione, e a stomaco vuoto.
Attivando questo Bandha si stimola l’energia pranica raccolta nella parte bassa del corpo a risalire attraverso i canali energetici lungo la colonna vertebrale (shushumna), sino al settimo chakra alla sommità del capo.
È una chiusura che porta grandi benefici, si dice che la sua pratica curi molti malanni, allevii i crampi mestruali, migliori la circolazione, aiuti le ghiandole, ringiovanisca i nervi e riequilibri i chakra.
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20 Maggio 2019 @ 13:12
Perché “Maha Bandha” nel libro dice di eseguirla in questo verso: chiusura della radice, del diaframma, e della gola?