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Tra gli alberi e noi umani c’è un’antica vicinanza, una sorellanza che abbiamo smarrito e che è documentata dalle antiche tradizioni delle campagne, dai riti pagani e dalla mitologia.

Gli alberi sono esseri viventi con una presenza energetica potente, hanno la loro personalità e una vita sociale, come ben descrive Wollebhen nel suo meraviglioso e commovente libro La Vita Segreta degli Alberi. Gli alberi si adattano a vivere in relazione all’umano con accettazione e umiltà, dandoci un esempio da veri “maestri yogi”, nonostante noi umani spesso li maltrattiamo, usiamo, torturiamo, ignoriamo… con una tale inconsapevolezza che sgomenta chi come me sta cercando da tempo una nuova via di contatto con la natura, più rispettosa e integrata. Dovremmo iniziare a comportarci diversamente nel nostro quotidiano, lasciando vivere le piante che ci circondano, bandire la potatura e farla solo quando è veramente necessaria, piantare alberi nuovi dove non ci sono più, lottare per non farne abbattere e preservare per le generazioni future il più possibile i boschi, le foreste, i giardini, anche i piccoli alberi del viale sotto casa.


Fare Yoga con gli AlberiLa Vita Segreta Degli Alberi, di Peter Wollebhen, Macro Edizioni

Il primo libro che abbiamo citato in questo articolo è una lettura commovente e istruttiva sugli alberi e le foreste, che ci insegna a provare un rinnovato stupore per i prodigi della natura. Una dichiarazione d’amore per il bosco: un luogo di sogno, il simbolo del silenzio e della natura incontaminata. UN luogo da vivere, respirare ae amare.


 

Gli alberi come esempio per una vita yogica

Fare yoga con gli alberi significa riaprire una porta che la nostra cultura consumistica e razionalista ci ha fatto chiudere da tanto tempo, riscoprendo il mondo della natura vissuto nel suo aspetto sottile e energetico. Imparare a riconoscere che i nostri amici alberi hanno qualità e doni esattamente come noi, che vivono e muoiono come noi, che sono madri e figli come noi, che hanno paura, soffrono, si sostengono e aiutano quelli che stanno male.. è una meravigliosa possibilità di integrazione di se stessi per una vita più sana e felice: le piante ci fanno da specchio e ci possono aiutare a migliorare noi stessi.
Come scrivono Lucilla e Hubert di Remedia, nel loro libro Incontri con lo spirito degli alberi: “Gli alberi sono esseri speciali al servizio della collettività. Senza di loro il mondo sarebbe un deserto o al massimo una steppa inospitale. Producono ossigeno, consolidano il terreno, calmano il vento e con la loro presenza chiamano la pioggia. Ombreggiando il suolo ne proteggono gli abitanti, organismi e microrganismi che rendono fertile la terra. Evaporando grandi quantità d’acqua, regolano il clima.”
Pensate mai a tutto questo guardando un albero? Soprattutto prima di tagliarlo?
A livello delle energie sottili, che chi fa yoga dovrebbe ben conoscere, un incontro con un albero ci può offrire una possibilità unica per incontrare noi stessi, riconoscerci e imparare qualcosa di più: “è il loro saper stare in ciò che sono, ognuno secondo la propria specie e la propria anima, non desiderando altro che diventare quello che è.” Sviluppare questa capacità fondamentale per noi umani può richiedere una vita intera, forse anche di più. Gli alberi possono essere esempi di vita: forti, generosi, trasformatori, guaritori, umili, combattivi, belli, maestosi. Si dice che può essere importante nella propria vita avere una persona che ci ispiri a progredire nella crescita di se stessi – ecco, anche un albero può farlo, se solo ti permetti di incontrarlo con umiltà e ascolto.

Come fare yoga con gli alberi

Incontrare una pianta attraverso l’esperienza dello yoga è qualcosa che è accessibile ad ognuno, basta aver voglia di uscire nella natura, anche in un parco cittadino va benissimo, oppure partire alla ricerca di esemplari camminando per sentieri, lasciando che gli “incontri” arrivino da soli, dedicando una giornata o più per stare all’aria aperta.
Io ho sviluppato questo percorso:

  1. Scegliere prima uno o due esemplari di piante che sentiamo particolarmente vicine, anche che semplicemente ci piacciono, senza farci troppe domane sul perché. Informarsi poi sulle sue caratteristiche, per individuare una sua qualità che ci parla in modo particolare e così abbinare una pratica yogica, anche una semplice serie di asana, o pranayama, che stimolano in noi quella qualità.
  2. Organizzare la pratica di yoga secondo la scuola o lo stile che segui, cercando di sceglierla in base alla qualità su cui vuoi lavorare. Sicuramente puoi farti ispirare sul momento dalla presenza concreta della pianta e lasciarti andare a una pratica spontanea: questa è certamente una bellissima possibilità, praticare senza scegliere la pianta prima a casa, a tavolino. Stare semplicemente con quello che arriva in te davanti alla pianta richiede però una confidenza con la pratica dello yoga abbastanza intima e autonoma.
  3. Trovare il luogo fisico in cui andare: magari lo conosci già, oppure vuoi esplorare un nuovo percorso e sai che li ci saranno boschi di abeti, faggi o castagni etc… Provare a pianificare l’escursione o la passeggiata.
  4. Partire per il tuo incontro armato di tappetino, forse un telo di cotone da stendere sotto. Ricorda di portare zaino, acqua e cibo, se ti fermi tutta la giornata. Indossa un abbigliamento comodo e scarpe per camminare, se ti avventuri su sentieri veri e propri. Aggiungerei anche di portare con te colori e qualcosa su cui scrivere e disegnare, così da poter lasciar fluire la tua creatività! Se ti fa piacere, porta una macchina fotografica, o anche un piccolo strumento musicale, come un flauto o un piccolo tamburo, se devi camminare molto; se invece sei nel parco sotto casa anche una chitarra è perfetta.
  5. Aggiungo un ultimo requisito che è la disponibilità a spegnere il cellulare per tutto il viaggio, così da ritrovare davvero un’attenzione sensoriale completa e reale.

La dimensione sottile e spirituale della natura

Vivendo l’esperienza dello yoga con gli alberi ho scoperto anche che è molto importante essere disponibili a stare davanti a un albero, a respirare con lui, ad ascoltare come si muove il vento tra i suoi rami, il luogo attorno, la sua forma, i colori che lo compongono. Nel silenzio, lasciar arrivare la voce della pianta che la nostra intuizione può riconoscere: perché le piante comunicano con noi, o almeno ci provano dobbiamo solo permetterci di ascoltarle. Una pratica meditativa qualsiasi può aiutarci a ritrovare questo spazio di silenzio, ascolto sensibile e sottile. Come dico spesso nella nostra società siamo a un punto in cui è necessario riprendersi il nostro posto nella natura che va oltre tutto, anche l’ecologico, uno spazio invisibile e spirituale, dove sono il nostro cuore e la nostra anima ad agire.


Fare Yoga con gli AlberiPiccolo Manuale dello Shinrin YokuBettina Lemke, Macro Edizioni

Lucilla Satanassi, co-autrice del libro proposto qualche riga più su, è un’erborista, floriterapeuta e agronoma esperta di agricoltura biologica e biodinamica. Da sempre votata all’incanto per le piante e la natura, Lucilla ha disegnato e scritto questo set di carte, che possiamo usare come un “gioco” prezioso per connetterci, comprendere e lasciarsi ispirare dai 13 alberi pionieri e ascoltare il messaggio che ci sussurrano le piante.


 

 

Commenti

1 Comment

  1. Avatar di lucia lucia
    27 Marzo 2018 @ 10:58

    bellissima iniziativa e bellissime schede!

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