Guardai la matita e dissi “Si, sarò grato per questa matita”, e lo dissi con un po’ di irriverenza. Non ci credevo di certo! “Sì, con questa matita posso scrivere un biglietto d’addio in caso di suicidio, posso scrivere la lista della spesa, posso scrivere…” e ho iniziato ad elencare tutte le cose possibili da scrivere. Posso scrivere una poesia. Posso scrivere una canzone. Posso scrivere una lettera d’amore. Posso scrivere un libro. Come iniziai a generare idee, la mia sfera interiore iniziò a cambiare.
Iniziai a sentirmi sinceramente grato verso quella matita.
Un punto di svolta
In un certo momento della mia vita, negli anni Settanta, sono stato un senzatetto. Ricordo di essere stato depresso. Di aver pensato al suicidio. Ero così infelice che spesso scoppiavo a piangere. A volte ottenevo un lavoro che odiavo e mentre guidavo per recarmi al lavoro piangevo. Avevo però il mio obiettivo: volevo essere uno scrittore. Non avevo una casa. La gente mi chiedeva “in che macchina vivi?”, ma io non avevo una macchina. Ero letteralmente un senzatetto.
Passavo il tempo leggendo libri, studiando la legge di Attrazione e domandandomi come poterla far funzionare. In realtà la legge di Attrazione era viva e vegeta e stava funzionando, ma lo faceva sulle mie credenze inconsce di allora e queste dicevano che dovevo soffrire per essere uno scrittore. Così quando ho cambiato quel pensiero, quando me ne sono ripulito e ho iniziato a chiedermi quali altre credenze potessi avere, ho iniziato a capire che potevo scegliere.
In altre parole, ho iniziato a pensare.
E ho pensato: “cerchiamo questi autori di successo e usiamoli come modelli”. Quando ho iniziato a pensare come loro la mia vita è cambiata
Una storia buffa: cosa c’è che non va in tutti?
Poco tempo fa andai a un concerto la sera tardi. Prima del concerto andai a cena e affidai la mia auto a un parcheggiatore, poi finalmente entrai al concerto di chitarra. Terminato il concerto, risalii in macchina per tornare a casa. Mentre stavo guidando sulla via di ritorno, pensai: caspita, le macchine si spostano dalla strada quando gli passo vicino con la macchina… perché si comportano in quel modo? C’erano anche dei ciclisti e a malapena riuscivo a vederli, così fra me e me pensai, ma perché non mettono delle luci migliori sulle lorobiciclette? Mentre guidavo, notai quanto il traffico fosse apparentemente insolito.
Dopo quaranta miglia e quaranta minuti di guida, udii delle sirene e vidi delle luci lampeggianti nello specchietto retrovisore. Un poliziotto mi fece accostare, non capii che cosa potessi aver fatto di sbagliato poiché non stavo eccedendo di velocità. Mi trovavo in una bella macchina; le revisioni, tutte le questioni legali e il resto erano a posto. Non appena il poliziotto scese dalla macchina per farmi accostare, abbassai il finestrino. “È proprio una bella macchina da guidare con le luci spente!”, mi disse il poliziotto.
Compresi, soltanto più tardi, che tutte quelle persone di cui mi lamentavo, non stavano facendo nulla d’insolito. Ai ciclisti non serviva una maggiore illuminazione sulle loro biciclette. Ero io, che non avevo acceso i fanali. La gente che mi si spostava davanti, sulla strada e nel traffico, non doveva accendere nessuna luce né fare nient’altro; dopotutto, non riuscivano a vedermi, perché avevo le luci spente.
Le persone a voi sembrano reali, ma quello che dovete comprendere in questi grandi stadi di risveglio è che le persone che vedete all’esterno sono solo riflessi di voi stessi. Sono i riflessi di ciò che siete dentro. Ciò che disturba quelle persone, quello che di loro vi infastidisce è in realtà ciò che risiede dentro di voi, e che disturba voi stessi.
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Stella degli Dei