Il concetto della frequenza fondamentale dei quanti di spazio e la consapevolezza cosmica, possono essere considerati due aspetti fondamentali nella proposta di una realtà non-lineare e interconnessa.
La frequenza fondamentale dei quanti di spazio
Nel modello proposto da Fiscaletti/Sorli, l’universo è costituito da quanti di spazio: unità elementari che formano la struttura stessa della realtà alla scala di Planck. Ogni quanto di spazio possiede una frequenza fondamentale, la più alta frequenza esistente in natura, che funge da motore dell’energia cosmica. A livello fisico, questa vibrazione costante garantisce che i quanti di spazio mantengano un’energia essenziale e inalterabile, priva di entropia, rappresentando una sorta di “battito” perpetuo.
- Struttura del vuoto quantistico: In questa visione, il vuoto quantistico non è un vero vuoto, ma una struttura granulare e vibratoria in cui ogni quanto di spazio agisce come una cella di energia. Queste cellule, vibrando alla frequenza fondamentale, sono percepite come “vuote” dai sensi umani, ma in realtà costituiscono il substrato.
- Unità e interconnessione cosmica: La frequenza fondamentale permette a tutte le entità cosmiche di restare collegate in una rete vibratoria universale. Ogni cosa, dalla materia alle particelle subatomiche, emerge come un insieme di quanti di spazio che risuonano insieme. Questa vibrazione comune suggerisce che ogni parte dello spazio contenga, in qualche modo, informazioni e connessioni con il tutto, avvalorando l’ipotesi olografica.
- Funzione d’onda e densità dello spazio: Ciascun punto dello spazio possiede una propria funzione d’onda, determinata dalla densità locale dello spazio cosmico e dalla frequenza fondamentale dei quanti di spazio. Questa funzione d’onda racchiude le proprietà essenziali di ogni particella o ente, determinando la loro natura fisica e vibrazionale.
La consapevolezza cosmica
La consapevolezza cosmica rappresenta un livello di percezione universale che trascende l’individuo, unendo ogni essere in una “coscienza dell’intero universo”. Nel modello proposto, questa consapevolezza non è solo un fenomeno soggettivo, ma una proprietà fondamentale dello spazio stesso, che emerge dalla vibrazione dei quanti di spazio.
- Consapevolezza come vibrazione universale: La consapevolezza cosmica può essere intesa come un fenomeno che nasce dall’armonia e dalla sincronizzazione delle vibrazioni di tutti i quanti di spazio. Questa consapevolezza universale è “esperita” dall’intero universo attraverso la frequenza fondamentale, un processo che orienta e dirige l’evoluzione di ogni cosa esistente.
- Interazione con la coscienza individuale: Secondo Fiscaletti e Sorli, la consapevolezza umana può allinearsi con quella cosmica attraverso processi di sincronizzazione. Il cervello umano, in questo modello, è paragonato a una radio che può “sintonizzarsi” con le frequenze universali tramite stati meditativi o stati elevati di coscienza, permettendo all’individuo di sperimentare la propria interconnessione con il cosmo.
- L’uomo come manifestazione della consapevolezza cosmica: L’essere umano è visto come un’entità che può avvicinarsi alla consapevolezza cosmica, soprattutto quando riesce a trascendere i limiti della mente individuale. Tramite pratiche come la meditazione, l’uomo può sviluppare una maggiore comprensione della sua natura interconnessa, riconoscendo che la consapevolezza non è solo un prodotto del cervello ma una parte della vibrazione universale che guida l’esistenza.
La frequenza fondamentale e il ciclo evolutivo universale
Secondo questo modello, l’evoluzione della vita e della consapevolezza non è casuale, ma un processo che spinge verso un ordine più elevato e una maggiore sintonia con la frequenza fondamentale.
- Verso l’armonia universale: La tendenza dello spazio è verso una maggiore coerenza tra i suoi elementi, e la consapevolezza cosmica è vista come la destinazione di questo processo evolutivo. Le specie evolvono verso una crescente consapevolezza e capacità di comprendere la propria connessione con il cosmo. La vibrazione dei quanti di spazio rappresenta quindi la “memoria” o “intelligenza” universale, una sorta di intento comune che orienta ogni cosa verso uno stato più organizzato e armonico.
- L’implicazione per il libero arbitrio e la responsabilità evolutiva: Gli esseri umani, dotati di libero arbitrio, hanno la facoltà di scegliere in quali frequenze “sintonizzarsi”. Le scelte dell’uomo possono accelerare o rallentare il suo avvicinamento alla consapevolezza cosmica. La meditazione e la crescita personale diventano strumenti per aumentare il proprio grado di consapevolezza e quindi contribuire all’evoluzione universale.
Verso una nuova sintesi tra scienza e consapevolezza
Questa visione della frequenza fondamentale e della consapevolezza cosmica, combinando intuizioni della fisica quantistica con concetti spirituali, pone le basi per un paradigma in cui materia, coscienza e spazio sono aspetti di una stessa realtà vibratoria e interconnessa. La frequenza fondamentale funge da “linguaggio” dello spazio, un codice comune che connette ogni elemento al tutto.
Nell’ottica di questo modello:
- Scienza e spiritualità non sono in opposizione, ma facce complementari di un’unica realtà;
- La coscienza cosmica è accessibile all’individuo che desidera avvicinarsi alla natura profonda dell’esistenza;
- L’uomo può evolvere la sua consapevolezza riconoscendosi parte integrante di un cosmo intelligente e vibrante, riscoprendo così la sua vera essenza e il suo ruolo all’interno della “sinfonia cosmica.”
Questa teoria ci invita quindi a ripensare l’esistenza come un viaggio verso una sempre maggiore consapevolezza e integrazione, dove ogni vibrazione dei quanti di spazio risuona in armonia con lo spazio e il singolo individuo ne è una parte attiva.
Il concetto di universo olografico e frattale si basa sull’idea che esso non sia solo un’entità fisica tridimensionale, ma che possegga una struttura più profonda e complessa, dove ogni sua parte contiene l’informazione del tutto. Questa visione olistica e interconnessa emerge da teorie come il principio olografico, la fisica dei frattali e il modello quantistico.
Universo olografico
Il principio olografico, proposto inizialmente da Gerard ‘t Hooft e Leonard Susskind, nasce da considerazioni nella fisica quantistica e nella teoria delle stringhe. In sintesi, suggerisce che il cosmo possa essere descritto come un ologramma, in cui le informazioni di un volume tridimensionale (come quello del nostro universo) possono essere codificate su una superficie bidimensionale ai suoi confini. Questo concetto è nato dall’osservazione di buchi neri, dove le informazioni degli oggetti che cadono all’interno sembrano essere “immagazzinate” sulla loro superficie, piuttosto che sparire nel nulla.
Nell’universo olografico:
- Ogni parte contiene il tutto: Come in un ologramma ottico, dove ogni parte della pellicola olografica contiene l’informazione dell’intera immagine, ogni singolo punto dell’universo conterrebbe le informazioni dell’intero cosmo. Questa proprietà implica che l’universo è in una relazione di “tutto-in-uno” e “uno-in-tutto”, dove ciascun componente contiene le informazioni globali.
- Informazioni distribuite e accessibili: Tutte le informazioni che compongono la realtà potrebbero essere immagazzinate e distribuite sull’intera superficie dell’universo, suggerendo una profonda connessione tra ogni parte e il tutto, con implicazioni anche nella consapevolezza e nell’interconnessione degli esseri viventi con l’universo.
Universo frattale
L’idea di un universo frattale è quella di una struttura che si auto-riproduce in forme simili a diverse scale di grandezza, in un pattern chiamato “autosimilarità”. In natura, i frattali sono osservabili in fenomeni come la ramificazione degli alberi, le forme dei fiumi, le coste e persino la struttura dei polmoni e dei vasi sanguigni. I frattali sono descritti da equazioni matematiche che generano pattern infiniti, ciascuno simile al precedente, ma mai identico.
Nell’Universo frattale:
- Autosimilarità cosmica: Lo spazio si comporta in modo autosimilare a tutte le scale, dalle particelle subatomiche fino alle strutture galattiche. Le strutture osservabili su scale cosmiche (come le reti di galassie) sembrano replicare le stesse proprietà frattali riscontrabili su scale minori, suggerendo che si “costruisce” attraverso un processo ricorsivo.
- Unificazione delle scale: Questa visione elimina la distinzione tra “macro” e “micro” cosmo, rivelando che la stessa legge governa ogni livello della realtà. In altre parole, la struttura frattale implica che una legge universale agisca a tutti i livelli, manifestandosi come schemi ricorrenti in cui ogni “porzione” di realtà riflette l’intero cosmo in una scala più piccola.
Implicazioni dell’universo olografico e frattale
La combinazione dei modelli olografico e frattale suggerisce un universo interconnesso, dove il tutto è riflesso in ogni parte e ogni livello della realtà è intimamente correlato agli altri:
- Conoscenza e consapevolezza universale: Se ogni parte dello spazio contiene il tutto, allora esiste una base per un’interconnessione profonda tra ogni forma di esistenza. Questo implica che anche la mente umana potrebbe essere un “ricevitore” di informazioni universali.
- Struttura vibratoria e frequenze: L’universo frattale e olografico, essendo basato su pattern ricorrenti e autosimili, potrebbe funzionare attraverso frequenze vibratorie fondamentali, come suggerito dalle teorie dei quanti di spazio e delle vibrazioni alla scala di Planck. Le frequenze che caratterizzano lo spazio a-temporale vibrazionale potrebbero determinare l’organizzazione e l’evoluzione di tutte le strutture.
- Realizzazione della consapevolezza cosmica: Se lo spazio è un ologramma frattale, l’essere umano, attraverso l’evoluzione della propria consapevolezza, potrebbe comprendere e connettersi con queste dimensioni più profonde, avvicinandosi a uno stato di consapevolezza cosmica dove percepisce se stesso come parte integrante dello spazio interconnesso.
Applicazioni e considerazioni finali
Questi concetti stanno portando a nuove teorie in fisica e cosmologia, come la teoria del vuoto quantistico a-temporale. L’universo olografico e frattale offre una struttura unificante che trascende le differenze tra materia, spazio e coscienza, interpretandoli come manifestazioni di una realtà profonda, interconnessa e autosimile.
Questa visione spiega fenomeni come la non-località, l’interazione istantanea e la sincronizzazione tra le parti dello spazio, e suggerisce che l’evoluzione stessa sia un processo universale orientato verso una crescente complessità e consapevolezza, radicata nella natura frattale e olografica.
Guerrino Varutti
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