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Rapporto genitori figli: consigli e idee per educarli senza disciplina

Siamo sicuri che, per educare bene i nostri figli, servano disciplina e regole ferree? Secondo Shefali Tsabary, psicologa clinica esperta di rapporto genitori figli, non è così.

E ce ne parla all’interno di un libro molto interessante: Zero Disciplinaun metodo per aiutare genitori e figli a vivere in armonia, in cui spiega il suo metodo innovativo e rivoluzionario rispetto all’educazione tradizionale.

Cosa c’è dietro il nostro desiderio di imporre la disciplina 

Quando, nel ruolo di genitori, interagiamo con i figli in base alla convinzione che imporre la disciplina sia di vitale importanza, stiamo supponendo che i figli siano indisciplinati per natura e necessitino, perciò, di essere educati a tutti i costi.

Quando nostro figlio non si comporta come vorremmo, spesso decidiamo di ‘punirlo’ dandogli un castigo che prevede il ‘non uscire con gli amici’, ‘non usare lo Smartphone’, ‘ non mangiare il gelato’ e via dicendo.

Ma tutte queste punizioni agiscono sul comportamento adottato senza soffermarsi su quali siano le emozioni che lo hanno generato.

In questo modo, l’imposizione della discipina resta ‘sulla superficie’ del problema senza comprenderlo fino in fondo né tantomeno risolverlo.

E se, invece, fosse possibile dare vita al processo inverso?

E se i figli potessero capire da soli quello che c’è da imparare da un dato comportamento? Sarebbe molto meglio se la ‘lezione’, che noi vogliamo impartire loro, sorgesse spontaneamente da una migliore comprensione di loro stessi invece che arrivare dall’alto.

In questo modo il rapporto tra genitori e figli sarebbe più equilibrato e molte delle frustrazioni derivanti da un metodo ormai superato si scioglierebbero per lasciare spazio ad una maggiore armonia.

Promuovere un atteggiamento responsabile

Se, ad esempio, nostro figlio, la mattina è sempre in ritardo e perde l’autobus, noi genitori potremmo essere tentati di accompagnarlo a scuola in automobile per evitargli rimproveri e conseguenze sulla pagella scolastica e sul rendimento.

Facendo così, gli stiamo evitando un problema nell’immediato ma, allo stesso tempo, gli stiamo insegnando ‘inconsapevolmente’ che nella vita può permettersi di non prendersi la responsabilità delle sue azioni perché qualcuno interverrà al posto suo a sistemare le cose.

Spesso, agiamo in questo modo, perché siamo preda dell’ansia su come andranno le cose e sentiamo che il nostro stesso figlio è preoccupato per quello che ha fatto e per cosa succederà.

Se, però, lasciamo che la situazione segua il suo corso naturale, potremmo scoprire che, a lungo termine, gli abbiamo fatto un favore e lo abbiamo aiutato nella crescita.

Nel caso precedente, la cosa migliore è chiedersi se nostro figlio davvero non è in grado di gestire la propria routine mattutina oppure se, nonostante possa riuscirci, non lo fa perché sa che può contare su mamma e papà che sono al suo servizio ogni giorno come autisti.

Nel primo caso, vale la pena di decidere a tavolino, con il proprio figlio, come migliorare la situazione con azioni pratiche che lo aiutino a svegliarsi presto:

* Spiegargli che potrebbe lasciare la sveglia lontana dal letto in modo da doversi alzare per spegnerla

* Spiegargli che la cartella e i vestiti pronti già dalla sera prima sono un valido aiuto per essere più rapidi il giorno dopo

* Spiegarli che per non perdere le ore di sonno può andare a letto ad un orario che gli permetta di dormire almeno 8 ore

La forza della sperimentazione

In entrambi i casi, è importante che il ragazzo sperimenti quello che succede se si comporta in un modo invece che in un altro.

Non poter più contare su mamma e papà, arrivare in ritardo e ricevere un rimprovero davanti a tutta la classe, essere preoccupati per il voto di comportamento ecc. sono tutte situazioni che fanno parte della vita.

L’ansia non è evitabile. E’ un’emozione che segnala un disagio o una situazione pericolosa. Prenderne atto e cercare di adottare nuovi comportamenti per farvi fronte fa parte del processo di crescita. E, quando nostro figlio si accorgerà che grazie ad una modifica delle sue azioni, avrà ottenuto un miglioramento della sua qualità di vita, anche la sua autostima ne risentirà positivamente.

Tutto questo, infatti, sarà avvenuto grazie alle sue forze e senza l’aiuto di qualcun altro.

5 Consigli per vivere con armonia il rapporto tra genitori e figli

1. Ferma l’automatismo

Per ogni genitore, esistono situazioni che, più di altre, scatenano litigi e discussioni. Scoprire le proprie (e magari rendersi conto che derivano da esperienze difficili che abbiamo vissuto noi stessi in passato), è un primo passo per stare particolarmente attenti quando stanno per verificarsi e scatenare la discussione. Magari il nostro punto debole sono i ‘compiti’ e il timore che nostro figlio non li svolga bene. Oppure, è la cena e nostra figlia che non vuole mangiare verdura e frutta. Oppure, ancora, le uscite con gli amici. Di qualsiasi cosa si tratti, se noi sappiamo riconoscerla, con il tempo e l’esercizio, saremo anche in grado di fermarci un attimo prima che si inneschi il pilota automatico e di ritrovarci ad urlare contro i nostri figli. 

Facciamo così: Nella situazione ‘pericolosa’, notiamo le nostre sensazioni e la rabbia che sale. Poi, torniamo al respiro, ritagliamoci qualche minuto per prendere distanza dalla situazione e, solo successivamente, parliamo con i nostri figli. È una piccola accortezza che, però, ci aiuterà a non ritrovarci in un litigio difficile da gestire.

2. Non sei il centro del mondo di tuo figlio

Quando i tuoi figli ti provocano o ti mancano di rispetto, ricorda che spesso, quando parlano o fanno qualcosa, stanno reagendo al proprio mondo interiore o alle cose che succedono loro anche fuori dall’ambiente domestico. Stanno cercando lo spazio e il modo giusto per crescere. Stanno ‘sperimentando’ la vita. Anche se per i genitori, i figli sono spesso ‘il centro della vita’, non è vero il contrario.

Se ti rendi conto di questa semplice verità, inizierai a non prendere più qualsiasi reazione dei tuoi figli come un affronto personale. Comincerai a guardare con più distacco la situazione e questo ti permetterà di essere più saggio nelle reazioni e decisioni successive.

3. Usa l’umorismo

In una situazione di tensione, prova ad utilizzare l’umorismo. Certo, spesso, proprio in quelle situazioni è difficile fare spazio alla propria vena creativa e avere voglia di scherzare. Se trovi il modo giusto, però, l’umorismo può aiutarti a stemperare la tensione senza che la questione perda la sua importanza.

È fondamentale però, con i più piccoli, non usare ironia o sarcasmo, perché non lo capirebbero. Anzi, sentirebbero che non dai importanza alle loro emozioni e ai loro pensieri. Nel rispetto delle emozioni in gioco, con una battuta divertente, è però possibile, allentare la tensione e permettere agli animi di ‘distendersi’ e ritrovare la connessione.

4. Usa dei rinforzi positivi

Quando i tuoi figli raggiungono dei risultati positivi, è importante che sentano di essere meritevoli di lode e che ricevano anche un ‘premio’ per quello che hanno fatto.

È importante, però, che questi rinforzi positivi rientrino in un contesto di rapporto genitori e figli solido.

Non si può, infatti, delegare solo a fattori esterni il ruolo di mantenere solida l’unione con il proprio figlio.

I rinforzi positivi migliori sono proprio le esperienze da vivere con i genitori o gli amici. Ad esempio, si può ‘regalare’ al figlio una gita tutti insieme, invitare i suoi amici per la merenda o altri ‘premi’ davvero significativi e non puramente materiali.

5. La tabella degli obiettivi

Al fine di rendere tuo figlio sempre più autonomo nella gestione delle proprie attività, perché non gli proponi di creare una tabella in cui inserire:

  • le 3 priorità della giornata da portare a compimento
  • uno spazio per scrivere come si sente quando le ha raggiunte
  • uno spazio per scrivere cosa dovrà cambiare la prossima volta per raggiungere il risultato in modo più efficace o per sentirsi meglio e via dicendo

Compilare da solo la propria tabella lo renderà più consapevole di ciò che desidera, di come fare a raggiungerlo, di come migliorarsi e di quello che prova.

Trasformare questa attività in un ‘gioco’ sarà il modo migliore per responsabilizzarlo e vedere il suo rendimento e la sua autostima crescere giorno per giorno.

La cosa più importante, però, a sintesi di quanto detto, è ricordare che il rapporto genitori e figli è fatto anche di sbagli, di imperfezioni e di scoperte.

Non colpevolizzarti se senti di non essere ‘il genitore modello’ che vorresti. E ricorda che è perfettamente normale, nell’essere genitori, imparare molto anche di se stessi e ‘crescere’ insieme ai propri figli.

Tatiana Berlaffa

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