FARE O ESSERE
Noi donne siamo testarde e complicate, una strana specie. Combattiamo, ci affanniamo cercando di mantenere il controllo e adempiere al meglio al ruolo di coraggiose guerriere conquistato nel corso dei secoli.
Non di rado, però, abbiamo bisogno di molto tempo prima di arrivare allo strenuo delle forze, sulle soglie di quel preciso punto, quel momento in cui necessariamente dobbiamo fermarci per lasciare andare le cose, quelle situazioni difficili e apparentemente insolubili. Sebbene tendiamo ad evitare il dolore, a volte sembriamo allungarne deliberatamente la durata, perché l’ultima cosa che vogliamo fare è arrenderci.
Eppure cosa succede una volta che ci permettiamo completamente di non sapere cosa fare? Quando smettiamo di combattere e di lamentarci? Quando all’improvviso ci arrestiamo e ci concediamo il momento così com’è? Quando cessiamo di fare e decidiamo solo di essere? Si apre un varco. Uno spazio aperto sempre più ampio.
Qui non siamo più mente, non stiamo pensando, non stiamo cercando la cosa giusta da fare, siamo solo oltre, nel vasto campo che tutto permea a contatto con tutto il bisogno e la vulnerabilità dentro di noi. Siamo completamente nude, così come lo spazio vuoto, ma pieno al suo interno, un ribollio di attività. Nella nostra autenticità ci riscopriamo umane, piene di bisogni, di necessità, di amore.
ACCEDERE ALLA MAGIA DEL FEMMINILE
Ed è qui, che teneramente, un orecchio si apre nel cuore per ascoltare il silenzio del solo essere. Questo è il momento in cui la marea cambia. C’è spazio per qualcosa di nuovo che attende di sorgere, qualcosa a cui non avremmo mai pensato prima. A volte è attraverso un’intuizione, un’immagine, un’emozione o pensiero chiaro, una risposta che viene dall’interno o un’esperienza esterna che porta l’intera situazione a un diverso livello di consapevolezza.
Siamo sul varco di quel profondo processo di trasformazione, una trasmutazione possibile solo entrando in relazione con quel punto cruciale che apre alla più piena ricettività della natura sacra della creazione. La vita è sacra e la sacralità ci parla attraverso la magia del femminile. La magia è qualcosa che non possiamo controllare, perché appartiene al momento, non è stata creata prima, non fa parte di un programma. È un momento magico perché imprevedibile, perché sta nascendo per la prima volta. La magia della vita ci tocca, ci sorprende e genera la sensazione di stupore e meraviglia se siamo in grado di esserne ricettive, donandoci la luce per vedere le soluzioni più belle di quello che prima avevamo considerato un problema permanente.
LASCIARE ANDARE PER POTER RICEVERE
La qualità femminile della ricettività è ciò che i mistici conoscono come il profondo amore e desiderio nei confronti della magia della vita, della relazione con l’infinito e in questa relazione l’anima diviene ricettiva al sacro. Come una donna lo è quando deve attrarre un’anima per nascere in questo mondo. Senza la sua ricettività non ci sarebbe concepimento, gravidanza e nascita di un bambino.
Ed è tornando al Femminile Sacro che possiamo ritrovare quell’accesso naturale alla magia, alle nostre qualità spirituali profonde come l’intuizione, la pazienza, la capacità di ascoltare e di aver cura della vita. Qualità e capacità che albergano nella nostra natura autentica, ma che spesso giacciono dormienti, quando ci rivolgiamo solo al fare e al risolvere, in un mondo all’insegna dell’energia maschile preso dalla sua velocità costante.
Ma siamo, oggi, in un tempo fortemente proficuo per bilanciare i principi maschili e femminili all’interno dei nostri sistemi di credenze, della nostra etica culturale e di noi stesse. E per far questo, ognuna di noi, ha bisogno di abbassare le armi. La resa è una parte intrinseca del potere femminile. La resa è il luogo, è la madre dove tutto nasce. Se vogliamo permettere al femminile di risvegliarsi, dobbiamo arrenderci a noi stesse, abbandonando le false identificazioni per paura di riscoprirci fragili. Dobbiamo sdraiarci e sprofondare nella fonte ultima di chi siamo e da dove veniamo. Dobbiamo affondare ancora di più. Ed è proprio quando lasciamo andare, che iniziamo a ricevere.
C’è sempre qualcosa di magico nella nostra profondità che aspetta solo di essere assistito, di essere visto, ascoltato e potersi manifestare in un campo di possibilità di creazione più vasto. Con la luce in noi stesse riconosciamo la luce nella creazione: il nostro vero potere. E la luce trova sempre la luce.
Articolo di Carmen di Muro