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China Study Anthology – Videocorso

Un cambiamento epocale per salute e alimentazione

Il prodotto non è attualmente in magazzino e non è disponibile.

Descrizione

Descrizione

con
T. Colin Campbell, Caldwell E. Esselstyn, Franco Berrino
Michele Riefoli, Michela De Petris e molti altri

The China Study Anthology è, attualmente, il prodotto audiovisivo più completo e approfondito nel campo della scienza dell’alimentazione, le cui conclusioni, se applicate, salverebbero la vita a milioni di persone.

“The China Study è una storia che va assolutamente ascoltata”.
Robert C. Richardson
(Premio Nobel per la Fisica)

“Lo studio che può essere considerato il Grand Prix dell’epidemiologia”.
The New York Times

“The China Study fornisce informazioni accurate e di vitale importanza a chiunque sia interessato alla salute”.
Joel Fuhrman
(Autore di bestseller e medico rinomato in scienza della nutrizione)

“The China Study Anthology contiene le risposte a lungo cercate dai medici, dagli scienziati e dai lettori attenti alla salute”.
Neal Barnard
(Presidente del Comitato per la medicina responsabile)


ANTEPRIMA VIDEO: The China Study Anthology


Un prodotto unico, un’esclusiva Macrovideo che raccoglie la cinquantennale ricerca di Colin T. Campbell, autore rinomato in tutto il mondo per aver stabilito la correlazione definitiva tra alimentazione e salute.

The China Study Anthology con 25 ore di contenuti audiovisivi, tra cui 10 di totalmente inediti, offre la straordinaria opportunità di approfondire l’evoluzione del pensiero e le ricerche di uno scienziato unico nel panorama mondiale. Inoltre, sono inclusi numerosi e significativi interventi da parte di scienziati internazionali nel campo della nutrizione e celebrità del mondo dello sport e dello spettacolo italiano.

Sono contenute, infatti, le testimonianze di:

The China Study, redatto incrociando una mole impressionante di dati, è un testo monumentale che ha sollevato un vero e proprio polverone intorno alla medicina convenzionale di tutto il mondo. Durato 27 anni e in collaborazione con la Cornell University, l’Università di Oxford, l’ Accademia cinese di Medicina preventiva e l’Accademia cinese di Scienze mediche, è considerato il più importante studio epidemiologico mai pubblicato.


Cosa contiene The China Study Anthology

China Study Anthology contenuti

Informazioni sui contenuti

  • The China Study
  • Whole – Vegetale Integrale
  • La rivoluzione delle forchette
  • Interviste esclusive
  • Materiali inediti
  • Extra

“Gli Stati Uniti e la maggior parte degli altri paesi occidentali hanno sbagliato di grosso in fatto di dieta e salute, e tutti noi abbiamo finora pagato un caro prezzo: siamo malati, in sovrappeso e confusi. I benefici prodotti da una dieta a base di cibi di origine vegetale sono molto più vari e stupefacenti di qualsiasi farmaco o intervento chirurgico impiegati nella pratica medica.”
T. Colin Campbell


T. Colin Campbell

Colin Campbell è un famoso biochimico americano, nutrizionista e professore emerito alla Cornell University, considerato uno dei ricercatori alimentari più eminenti e riconosciuti in tutto il mondo. Il suo libro The China Study, basato sul Progetto Cina, ha portato a un cambiamento epocale nella storia dell’alimentazione. Pioniere nello studio del rapporto tra nutrizione e salute, tra dieta e malattie, Campbell dimostra nei suoi studi come il consumo di proteine animali sia evidentemente correlato allo sviluppo di cancro e malattie cardiache. The China Study è uno dei più vasti studi epidemiologici sulla dieta mai realizzati prima e una mastodontica ricerca sulla relazione tra cibo e malattia. Gli studi di Campbell sono stati pubblicati in più di 300 articoli.
Cresciuto in una fattoria tradizionale e abituato a nutrirsi di carne tutti i giorni, ha modificato le sue abitudini dopo aver conseguito la laurea specialistica e il dottorato in “Nutrizione Biochimica” presso la Cornell University. Colin Campbell ha adottato una dieta vegana e naturale a partire dagli anni ‘90.
Per oltre 20 anni ha lavorato nelle Commissioni della National Academy of Science, contribuendo alla stesura e allo sviluppo di politiche nazionali e internazionali sul binomio alimentazione salute.
Nel 2010, dopo l’intervento cardiaco, l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha deciso di adottare la dieta raccomandata da Campbell, Caldwell Esselstyn, e Dean Ornish.


Un lungo elenco di scoperte favolose

Le correlazioni dieta-malattia fornite da Campbell nel libro, e qui riassunte nelle conferenze, sono il frutto di un metodo di ricerca rigoroso con grafici e convenzioni di statistica medica assolutamente scrupolosi. Tale eccezionalità nella serietà della scelta dei parametri dello studio si aggiunge alla vastità dello stesso e alla lunghissima durata. Insomma, uno studio dettagliato che dovrebbe finalmente spingere molti medici e dietologi a discuterne e a prenderne atto.

In sostanza, abbiamo finalmente la verifica epidemiologica di alcune delle tesi fondamentali che alcune scuole di alimentazione naturale e di igienismo hanno sempre sostenuto:

  • per quanto problematiche possano essere le sostanze chimiche presenti nell’ambiente non sono la causa principale del cancro;
  • la genetica non è il fattore predominante nella genesi delle malattie;
  • le speranze della genetica per il futuro ignorano tutto quello di molto più semplice che si può fare già oggi;
  • il controllo ossessivo di grassi, carboidrati, colesterolo e omega-3 non dà come risultato una buona salute;
  • vitamine e integratori sono d’aiuto ma non possono risolvere tutto da soli;
  • farmaci e chirurgia non curano le malattie di cui siamo affetti;
  • i medici non sanno esattamente cosa consigliare per rimanere in buona salute;
  • un cambio di dieta può indurre guarigione nel diabete;
  • solo con la dieta e lo stile di vita si può guarire dalle malattie cardiache;
  • il cancro al seno è correlato a una situazione ormonale alterata che è determinata dal cibo che mangiamo;
  • il consumo di latticini aumenta il rischio di cancro alla prostata;
  • gli antiossidanti contenuti in frutta e vegetali sono correlati a una migliore performance mentale nella terza età;
  • i calcoli ai reni possono essere prevenuti con una dieta salutare;
  • il diabete di tipo I, quello che insorge nei bambini ed è una delle più devastanti malattie esistenti, è correlato allo stile di vita e alimentazione dei bambini stessi e non ad altro;
  • vari tipi di cancro sono correlati al consumo eccessivo di proteine animali;
  • altre malattie come ictus, morbo di Alzheimer, osteopo- rosi, obesità e cecità sono anch’esse legate al consumo di proteine animali per cui possono essere in parte (o in tutto) prevenute.

Si tratta dei risultati di una ricerca, non di una teoria, con cinquanta pagine di bibliografia scientifica (750 rimandi bibliografici e quasi tutti fonti primarie) mirata alla dimostrazione pratica di ogni affermazione fatta.


Le informazioni ignorate 

Oggi Campbell asserisce che la sana nutrizione è la vera scienza biomedica del futuro e che solo curando la dieta sarà possibile intervenire in aiuto e in maniera drastica contro la capillare e allarmante diffusione delle patologie degenerative delle società sviluppate.

La stessa cosa avviene per i lavori del dottor D. Ornish e del dottor C. Esselstyn che in vari decenni hanno messo a punto diete e protocolli per la cura delle malattie cardiache ottenendo risultati che nessun farmaco è un grado di eguagliare minimamente, ma che ciononostante hanno incontrato anche difficoltà estreme per continuare e portare a termine il loro percorso.

Informazioni terapeutiche di tale portata rimangono, tuttavia, ancora oggi assolutamente di nicchia, o addirittura vengono derise dalla maggior parte della comunità scientifica internazionale, nonostante i metodi con cui sono state confermate rispondano ai più seri e rigidi criteri scienti ci. Alcune domande si pongono allora immediatamente alla nostra mente: perché non si conoscono queste informazioni? Come mai non è risaputo che ci sono buone possibilità di guarire dal diabete piuttosto che dal cancro o da una patologia cardiaca? E perché questi protocolli non vengono praticati e consigliati comunemente nei nostri centri medici e ospedalieri?


Big Pharma 

La comunità scientifica internazionale è da tempo fortemente limitata dagli interessi delle aziende farmaceutiche, le quali mirano a promuovere determinati “percorsi” di studio sulla ricerca di molecole di sintesi piuttosto che altre indagini che si concentrano su sostanze naturali o stili di vita.

Allo stesso modo è risaputo che i cibi non sono brevettabili, per cui una azienda preferisce investire in un farmaco, che è più redditizio, ridimensionando, se può, eventuali effetti curativi di piante o alimenti concorrenti tramite l’appoggio ad hoc di mezzi di comunicazione di massa o anche di riviste scienti che controllate.

Negli Stati Uniti vengono approvati molti farmaci delle grandi aziende “della salute” che poi invadono i mercati mondiali. L’ente federale di approvazione di questi farmaci è la Food and Drug Administration (FDA). Nel 1992 negli USA è stata approvata una legge, il Prescription Drug User Fee Act, che mette l’FDA sul libro paga delle industrie farmaceutiche. Essa, infatti, autorizza tali industrie a pagare delle user fees per accelerare l’approvazione dei farmaci. Le cifre versate dalle multinazionali del farmaco hanno negli anni raggiunto la metà delle entrate effettive dell’FDA con la dipendenza di quest’ultima dalle prime come possiamo immaginare.

Negli USA si è stimato che il 60% della ricerca e dello sviluppo biomedico riceve finanziamenti dall’industria farmaceutica.
In alcuni settori particolari della ricerca medica, come ad esempio quello della depressione, si arriva a un finanziamento da parte dell’industria del 100%. Quando uno studio arriva a conclusioni non soddisfacenti per l’azienda farmaceutica che l’ha sovvenzionato esso trova grandi difficoltà ad essere pubblicato.

In Italia, l’industria farmaceutica finanzia invece il 75% degli studi di ricerca. Anche se Farmindustria sostiene ufficialmente che arriva al 90%!

Quindi, in un sistema di questo tipo, non c’è molto spazio per la divulgazione e l’approvazione a livello scientifico di una dieta salutare a costo zero che non garantisce nessun introito alle industrie di medicinali. In effetti, il settore della sanità è uno dei settori economici più impor tanti al mondo.

Nel 2004, i guadagni di una sola compagnia, la Pfizer, furono di 11 miliardi di dollari. Nell’ultimo trimestre del 2009 la Novartis, che produce, tra gli altri farmaci, il vaccino contro l’influenza di tipo A, ha guadagnato il 54% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (2,32 miliardi di dollari).

Del resto, già più di trenta anni fa l’intento delle industrie farmaceutiche era palese. Henry Gadsen, il direttore generale di una delle più grandi compagnie farmaceutiche al mondo, la Merck & Co., dichiarò in un’intervista alla rivista Fortune, poi passata alla storia, quali fossero le loro mire: «Il nostro sogno è quello di produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque». Oggi possiamo dire che questo obiettivo è stato raggiunto.

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