Quante volte abbiamo giudicato negativamente un periodo della nostra vita in cui abbiamo commesso errori, quante volte non abbiamo dormito di notte pensando ad un nostro fallimento e/o abbiamo evitato di fare qualcosa perché non ci sentivamo all’altezza e temevamo di non riuscire?

Quante occasioni perdute, quanti pensieri inutili, quante rinunce e rimpianti…

A ben pensarci tanti traguardi che abbiamo raggiunto nella vita, sono frutto di errori, di tante strade “sbagliate”. Da questi errori sono nate nuove consapevolezze, conoscenza, rivelazioni che ci hanno fatto crescere, ci hanno trasportato su strade nuove e impensate, ci hanno resi anche più fragili sciogliendo i nostri ego granitici e rendendoci più morbidi e impastabili.

Ovviamente non c’è nulla di male ad avere successo ma ricordandoci sempre che la via del successo è lastricata di errori, come diceva Benjiamin Franklin: “Non temere gli errori. Conoscerai il fallimento. Continua a lottare”.

Dove c’è errore c’è conoscenza, c’è cambiamento, c’è evoluzione

lo sosteneva anche Darwin.

E’ proprio qui che alberga la vita, nel tentare, nel riprovare, nel perseverare per ottenere il risultato sperato oppure un risultato inatteso e ancor più emozionante. Emozioniamoci e soprattutto impariamo a ridere dei nostri errori, giochiamocela questa vita senza prenderci troppo sul serio, restando morbidi e flessibili, come tutto ciò che è vivo in natura.

 Kant scriveva che “da un legno storto come’è quello di cui l’uomo è fatto non può uscire nulla di interamente diritto”. Un po’ a dire che siamo imperfetti come tutto in natura e che quello della perfezione è solo un falso mito che crea limiti e ci indurisce di paure e paranoie inutili.

Mariangela Gualtieri scrive che quando questa vita finirà ci trasformeremo in fotoni lucenti e “una nostalgia d’imperfetto” ci assalirà, quell’imperfezione che tanto ci spaventa e che è invece la trama secondo la quale la vita si svolge.

Perciò non perdiamo tempo e vita cercando di essere impeccabili o di aderire alle aspettative esterne, perché la perfezione non esiste e non esiste un modo per essere percepiti come tali dagli altri.
Smettiamo di chiederci cosa penseranno gli altri del nostro aspetto, delle nostre scelte o di ciò che facciamo, altrimenti finiremo sempre prede dell’ansia e di inutili paranoie.
Possiamo iniziare a pensare alle nostre imperfezioni come se fossero elementi preziosi, il seme della nostra stessa originalità.
“Semplicemente sei quello che sei e non esiste nessun altro uguale a te!”

Liberarsi dalle aspettative per vivere con gioia e consapevolezza

TU SEI UNICO è il Mantra dello Yin Yoga, per esempio, dove non esiste la posizione ideale, nessun modello da imitare o ricopiare, ma la ricerca della nostra personalissima posizione in cui non esiste un giusto o uno sbagliato ma solamente un corpo unico con le sue limitazioni e altrettante possibilità che cerca di scoprirsi e di muoversi nell’ascolto, sviluppando consapevolezze nuove e preziose.

Ciò che ci aiuta a sbagliare serenamente è una buona dose di ottimismo, fiducia in noi stessi nonostante tutto e liberarci definitivamente dal senso di prestazione.

 Consci della nostra fallibilità ed imperfezione, è in quel momento che si può cambiare ed andare oltre: liberi dalle aspettative, si apre un mondo di possibilità.

Questo allora è il nostro augurio e anche la nostra piccola sfida per il 2025: impegniamoci ad essere più noi stessi possibile, concediamoci la possibilità di sbagliare e ritentare, esplorare sentieri impensati. Concediamoci vite piene e audaci, inarrestabili e gioiose, libere e colme di preziosa presenza!

Il nostro augurio vive nella frase della nostra meravigliosa Rita Levi Montalcini:

“Sono due i principali ostacoli alla conoscenza delle cose: la vergogna che offusca l’animo, e la paura che, alla vista del pericolo, distoglie dalle imprese. La follia libera da entrambe. Non vergognarsi mai e osare tutto: pochissimi sanno quale messi di vantaggi ne derivi.”

Buon anno a tutti!

Elisa Fantini