Il Divino Femminile è un concetto spirituale e simbolico che rappresenta le qualità del femminile sacro e universale, cioè della sostanza cosmica o manifestazione – la Prakrti o Shakti –, incarnando aspetti come la fertilità, il potenziale, la potenza creativa, la mutevolezza, l’ambivalenza, l’intuizione e passionalità istintiva o la connessione con la natura. Questa idea trascende le barriere culturali e religiose, radicandosi nelle antiche tradizioni spirituali e nei miti di tutto il mondo che onorano la Madre Terra, la Luna e le tante altre divinità femminili. A partire dalla Gnosi della Tradizione, risulta quindi chiaro che ogni cosa ha un aspetto femminile, oltre che uno maschile, e come è noto, gli esseri umani non fanno eccezione.
Risvegliamo il Femminile Sacro
Il risveglio del Femminile Sacro si riferisce alla riconnessione interiore ed esteriore con un’energia primordiale, magico- creativa e intuitiva direttamente relazionata alla sessualità, alla dimensione genetico-riproduttiva dei genitali. Nelle antiche culture, il femminile era visto come il principio nutriente della vita, il grembo da cui nasce ogni cosa. La fertilità della Terra, come un utero cosmico, che quando seminata dall’azione spirituale del divino maschile, dava frutto e nutrimento e progenie alla Vita stessa. Le antiche Dee, come ad esempio Iside in Egitto, Frigg e Freya tra gli scandinavi, Gaia nella Grecia antica e Shakti nella tradizione induista Shivaita, incarnavano in vario modo questo potere magico misterioso e miracoloso, su cui si sono sviluppati molti misteri e culti.
Il processo di risveglio del femminile implica una trasformazione interiore che permette alla donna (ma anche all’uomo) di riconnettersi con le proprie qualità femminili archetipiche autentiche, che esistono oltre i condizionamenti moralistici delle strutture della personalità egoica, a più stretto contatto con l’Anima divina. La scrittrice e teorica spirituale Clarissa Pinkola Estés, nel suo libro Donne che corrono coi lupi, descrive questo risveglio come il recupero della “Donna Selvaggia“, una forza primitiva, priva di condizionamenti e istintiva che vive dentro ogni donna e che è spesso soppressa dalle ideologie bigotte e dalle maschere egoiche della società patriarcale. Secondo Estés, questo ritorno all’essenza selvaggia permette una profonda guarigione interiore e l’emergere di una saggezza ancestrale, riportando l’autenticità, la priorità del sentire del cuore liberato dai condizionamenti mentali, l’ascolto profondo dell’istinto primordiale.
Il risveglio del Divino Femminile, attualmente in corso d’opera, è comunemente visto anche come un ri-bilanciamento necessario delle energie maschili e femminili nel mondo, dopo una lunga epoca di superfetazione ed ipertrofia dell’energia maschile nelle società occidentali. Secondo la famosa mistica Marion Woodman, una delle maggiori psicoterapeute junghiane, il risveglio del Femminile Sacro implica un’integrazione androgina bilanciata dell’energia maschile e femminile all’interno dell’individuo, fondamentale per ottenere l’equilibrio tra razionalità e intuizione, calcolo e immaginazione, azione e ricettività. Secondo la Gnosi dell’Alchimia questo è esattamente il compito e il risultato ultimo della Grande Opera: la Pietra Filosofale , Il REBIS, o Oro alchemico, cioè la vera Divinità realizzata è infatti un androgino perfetto e splendente, che si ottiene integrando passo dopo passo le opposte polarità.
Energia Femminile, qualità e simbolismo
L’energia femminile, spesso descritta come Yin nella filosofia taoista, è una forza ambivalente, amorevole e nutriente o distruttiva, che si manifesta attraverso la fluidità, la ricettività, l’erotismo animico, la creatività magica o immaginazione, i sogni e l’intuizione. Per questo spesso le antiche sacerdotesse erano delle veggenti oracolari e si occupavano di sessualità sacra o vivevano nella castità. A differenza dell’energia maschile Yang, che è diretta e attiva, ordinatrice, stabile e solare, l’energia femminile è ciclica e mutabile, caotica, instabile e mutaforma, emotiva, come le fasi della luna o i cicli della natura, ma conoscere questa ciclicità porta con se la saggezza dei tempi e delle epoche e permette la visione a distanza, e la previsione, così come questa fluida assenza di caratteri fissi, propria dell’Anima e tipica degli sciamani, permette al nostro femminile, come all’acqua, la più ampia adattabilità situazionale.
Secondo il maestro spirituale Eckhart Tolle, nel suo libro Il Potere di Adesso, l’energia femminile è profondamente legata al momento presente e all’intuizione, una qualità che consente alle persone di vivere in uno stato di accettazione e armonia con ciò che è. Secondo la gran parte delle scuole gnostiche il Femminile corrisponde in questo senso al centro del Cuore, al quarto Chakra o la Sefirot Tipheret, in cui abita il presente e il Cristo, mentre il maschile corrisponde alla testa, e questi due centri devono integrarsi e fondersi tra loro ad ogni nuovo ciclo di ascesi evolutiva. La connessione con l’energia femminile è, dunque, un modo per radicarsi nel presente, per ascoltare il corpo e la terra e per attingere a una saggezza silenziosa, fatta di un sentire che si estende nell’Altrove, sempre più. Questa energia si manifesta anche attraverso l’empatia e la capacità di nutrire, l’apertura alle possibilità e l’accoglienza, l’amore erotico passionale e la forza sessuale liberata. Tuttavia, a differenza delle società sud-orientali dove l’energia femminile è più forte, le società nord-occidentali, dominate dalla razionalità, dall’attività, e dal moralismo mentale egoico, l’energia femminile è spesso sottovalutata, disprezzata o repressa. In questi ambienti, pertanto, il recupero sano e consapevole di questa forza divina diventa quindi un atto di resistenza e rivoluzione spirituale.
Femminile Simbolico – Terra, Acqua e Luna
Il simbolismo del femminile è tradizionalmente associato ai primi due Chakra (Muladhara (Terra) e Svadishtana (Acqua)) agli elementi naturali come la terra, l’acqua e la luna. Questi simboli rappresentano la ciclicità, la fertilità, le emozioni, il mistero e la capacità di trasformazione, qualità essenziali dell’archetipo femminile, la natura manifesta.
– La Terra, Pacha Mama (nella cultura sciamanica latino-americana): è il simbolo della Madre Universale, colei che dà vita e nutre. Le antiche civiltà, di stampo matriarcale ed animista, aperte alla diversità e politeiste, veneravano la Dea Madre come fonte fisica e formale di tutto ciò che esiste. Gaia, la Grande Madre Terra nella mitologia greca “pagana”, (chiamata Jordr tra gli scandinavi iperborei) è il simbolo per eccellenza della fertilità e della sostanza, colei che genera ogni forma di vita. Le donne, tradizionalmente, sono considerate il riflesso di questa potenza archetipa creatrice, portatrici della capacità di dare la vita, nutrire e proteggere i figli e sostenere la comunità.
– L’ Acqua: l’acqua è un altro elemento simbolico tradizionalmente associato al femminile sacro. È fluida, mutevole, vitale e purificante, ma può cambiare forma, colore, odore, sapore, può essere santa e taumaturgica come fetida e velenosa, se è contaminata. Nelle tradizioni spirituali, l’acqua rappresenta il flusso, le emozioni e i sentimenti, l’inconscio, l’immaginazione e i sogni, il potere dell’intuizione e la capacità di rigenerazione. Nell’induismo, il fiume sacro Gange è una manifestazione della Dea Ganga, che purifica e rinnova, portando guarigione e liberazione.
– La Luna: forse il simbolo più potente del femminile è la Luna. Il alcune culture ancestrali d’America la Luna è la Abuela, la Nonna, cosmogonicamente la madre della Madre Terra, simbolicamente la madre dell’Acqua e di tutte le acque/emozioni umane, dalle più passionali alle più sentimentali. La luna, Selene per i Greci, è da sempre associata ai cicli mestruali e alle fasi della vita della donna (vergine, madre, anziana), associata ad esempio nella fisiologia dei corpi sottili Hindú (Svadishtana) e in quella Kabbalista (Yesod) al secondo centro, il regno lunare o regno delle forme, da cui si generano le forme della manifestazione, simbolizzando il mistero e il potere del cambiamento. Le fasi lunari riflettono la natura ciclica dell’esistenza e l’eterna danza di crescita, pienezza e declino, così come la scansione del tempo in passato, presente e futuro, simbolizzato dalle tre Norne presso gli scandinavi e dalle tre Parche in Grecia, che insieme sono Hecate, la dea della Magia femminile. In molte culture, la luna rappresenta l’aspetto intuitivo e nascosto dell’anima, governando i sentimenti, i sogni e l’inconscio. Presso la Gnosi l’aspetto Lunare è un aspetto di contenimento kellippotico, che però può anche significare la prigionia dell’Anima di Luce (aspetto sefirotico) dentro al corpo o dentro il meccanicismo delle passioni animali, emozioni e sentimenti dell’ego, appunto chiamato meccanicismo lunare. Perció nelle notti di luna piena l’essre umano è più portato a trasformarsi in bestia passionale, il licantropo.
Il Femminile come potenza e forza trasformatrice
Contrariamente a molti stereotipi e a molte donne terrestri esistenti, il Divino Femminile non è affatto debole, vittima, passivo. Al contrario, rappresenta una forza originaria, vitale, magica, sconvolgente e trasformativa – appunto la sostanza cosmica – talvolta anche brutale caotica e aggressiva, impiegata dagli evolutori di coscienza nell’alchimia, il cui centro di emanazione è la Sephira Binah, secondo la saggezza dei Rabbini Kabbalisti. Questa forza primordiale maneggiata da chi sa farlo, ha la capacità di sfondare dei gusci d’ombra e dissolvere gli ego e i difetti psicologici, liberando l’essenza. In molte tradizioni mistiche, l’energia femminile è vista dunque come la potenza divina d’Amore (Shakinah in Ebraico/Kundalini-Shakti in sanscrito, e spirito santo per l’esoterismo cristiano) che veramente e unicamente può portare alla trasformazione alchemica interiore e cosmica, la quale appunto abbisogna della Forza prorompente del Terzo Logos. La caratteristica di questa sostanza cosmica universale è di essere infinita, e infinitamente produttrice di forme, ma non direzionata, cieca, caotica. Il femminile sacro, Iside è direttamente associato dagli Egizi all’aspetto magico (Heka) della vita.
In molte culture ancestrali la Kundalini è descritta – pensiamo ad esempio al buon testo di Claudio Marucchi, Crux Cristi Serpentis, o al The serpent power di Arthur Avalon – come un’energia lenta e sotterranea, lavica, dormiente, rappresentata da un serpente arrotolato alla base della spina dorsale, che una volta risvegliato ascende la verticale (Shushumna, Axis Mundis, Colonna vertebrale) lungo i centri energetici (chakra), collegando Terra (Archetipo Femminile) e Cielo (Archetipo Maschile) e portando alla piena realizzazione spirituale. Questa energia è considerata femminile, incarnando il potere creativo che risiede in ogni individuo. Anche secondo Carl Jung, la Kundalini rappresenta la capacità di integrazione delle parti nascoste del sé, un processo che porta alla totalità del nostro essere divino.
Nel taoismo, il principio femminile Yin è visto come una forza potente e creativa, un apertura di infinite possibilità, è il vuoto fertile, nello sciamanesimo scandinavo chiamato Ginnungagap, l’abisso, la vagina cosmica, la matrice da cui tutto sorge e a cui tutto ritorna. In questo senso, il Divino Femminile rappresenta una forza di potenza latente, che è il potenziale supremo e che trasforma e rinnova continuamente stimolato dall’azione ordinatrice dello Spirito.
Guarigione attraverso il femminile
La guarigione spirituale attraverso il Femminile Sacro è una pratica sempre più diffusa, avviene oggi soprattutto nell’ambito di cerimonie sciamaniche, trantriche, Yoga e Reiki, pratiche alchemiche e cerchi di donne, ma a dire il vero in ogni cerimonia sacra di guarigione l’obbiettivo è sempre una sintesi armonica superiore tra l’archetipo maschile e quello femminile, l’intera spiritualità operativa si basa fondamentalmente su questo, e tutta la magia creativa metafisica scaturisce dall’incontro e riequilibrio dei due archetipi. Sempre più donne nel pianeta terra si stanno riconnettendo con i loro cicli naturali, con la loro intuizione e con la capacità di prendersi cura di sé stesse e degli altri in modo autentico. Secondo Starhawk, una delle principali teoriche del femminismo spirituale e della Wicca, il ritorno al femminile sacro è una via per guarire il mondo, poiché porta con sé la compassione, l’inclusività e il rispetto per la vita.
La pratica del Femminile Sacro non si limita alla meditazione o alla contemplazione dei suoi archetipi, ma può essere vissuta quotidianamente attraverso la connessione con la natura, la celebrazione dei cicli lunari e stagionali, e l’attenzione ai bisogni del corpo, la sensibilità del Cuore e dell’anima, il rispetto per le emozioni e i sentimenti. In questo modo, il Divino Femminile non è solo un concetto spirituale, ma una forza viva che può essere evocata ritualmente per portare equilibrio e armonia nella vita di tutti i giorni.
Ritorno del divino femminile
Il Divino Femminile è per tutte noi Anime una dimensione di riscoperta, un viaggio verso l’integrazione e il risveglio della nostra vera essenza sostanziale che è androgina. Con un’ala sola non si vola. In un mondo spesso dominato dall’energia maschile, la riscoperta del femminile sacro ci invita a riconoscere la bellezza del nostro lato intuitivo, ricettivo e ciclico, a riconoscere la legittimità delle emozioni e del sentire, ad onorarli, e a celebrare la potenza creatrice che risiede dentro ciascuno di noi.
Ricordiamo quindi a tutti che il Sole e la Luna si uniscono in un matrimonio perfetto e si sposano come Archetipi cosmici per dar vita al nostro mondo, così come Fuoco e Aria si fondono con Terra e Acqua per animare l’Etere di cui siamo composte veramente noi Anime Spirituali immortali, tutti noi siamo sia maschili che femminili, non abbiamo sesso ne età, ma infinita Luce Vivente di cui fare esperienza.
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