L’importanza della lettura delle etichetteย inizia a farsi sempre piรน strada. Non รจ piรน solo un argomento di nicchia, ormai moltissimi consumatori vogliono essere “consapevoli” di quello che acquistano, di cosa mangiano, di cosa si spalmano sulla pelle.
Il libro diย Lucia Cuffaroย edย Elena Tioliย “Occhio all’Etichetta” รจ una vera e propriaย guidaย per districarsi nel complicato mondo delleย etichette.
Si passa dall’alimentazioneย a 360 gradi fino allaย cura della persona. Passando per l’igiene della casa, argomento forse meno preso in considerazione, ma di cui vogliamo parlare in questo articolo, perchรฉ prendersi cura della casa รจ prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo, e quindi, di noi stessi.
Detergente nero petrolio
Considerando che gli armadi di ogni casa sono stracolmi diย prodotti per le pulizie, per un giro dโaffari in Italia di 3,4 milioni di euro lโanno (fonte Nielsen), non possiamo esimerci dallo spulciare con attenzione le confezioni dei comuni detersivi. In pole position nellโelenco ingredienti di questi prodotti svettano iย derivati della raffinazione del petrolio. Ebbene sรฌ: puliamo conย scarti del greggio! Lโavreste mai immaginato?
Tutto ha inizio negli anni Cinquanta, quando lโindustria petrolchimica ha lโidea di riutilizzare gli scarti di produzione per fabbricare tensioattivi, utili per fare schiuma e rimuovere lo sporco. Ma anche superย inquinanti e dannosi per la salute di chi li utilizza. In un attimo questo business รจ esploso, relegando in un angolo i molto piรน sani sapone di Marsiglia, bicarbonato e lisciva di cenere.
La normativa europea obbliga solo a indicare un indirizzo web in cui consultare tutti gli elementi, come sempre indicati a partire da quello in concentrazione maggiore seguito da quelli presenti in percentuale minore.
Quali troviamo, quindi, in etichetta?
Nel caso del detersivo รจ obbligatorio per legge scrivere solo gliย ingredienti potenzialmente dannosiย (come tensioattivi, fosfati, EDTA, ecc.) esclusivamente nel caso in cui essi superino lo 0,2% del peso totale. Sorte diversa รจ toccata invece aย sbiancanti ottici,ย disinfettanti, enzimi, profumi eย conservanti, che, per fortuna,ย devono essere segnalati sulla confezioneย indipendentemente dalla loro quantitร .
Addentriamoci allโinterno dellโetichetta di un comune detergente per la pulizia
Tra tensioattivi piรน diffusi, che hanno il compito di staccare il grasso e lo sporco per facilitarne lโeliminazione attraverso il risciacquo, vi sono sempre ilย Sodium Lauryl Sulfateย (SLS), ilย Sodium Laureth Sulfateย (SLES), a cui si aggiunge il Dodecilbenzensolfonato di sodio, detto anche Alkylbenzene solfonato di Sodio. Della stessa famiglia sono anche Magnesium Laureth Sulfate, MEA Laureth Sulfate, Amonium Lauryl Sulfate.
Diย SLSย eย SLESย dobbiamo diffidare. Si tratta di tensioattivi che a prescindere dalla derivazione (sintetica o vegetale)ย possono dare svariati problemiย a causa del processo industriale a cui sono sottoposti.
Qual รจ meglio? Nessuno. Lo SLS, anche se ha un impatto ambientale minore rispetto allo SLES, รจ perรฒ piรน aggressivo per la pelle. Lo SLES dal canto suo, รจ piรน tollerato dallโepidermide, ma inficia di piรน sul pianeta.
Questi protagonisti indiscussi della detergenza hannoย effetti collateraliย non da poco: dermatiti da contatto, arrossamenti della pelle, allergie e una persistente contaminazione ambientale.
Contribuiscono insieme ai fertilizzanti al fenomeno di eutrofizzazione delle acque: a causa delle grandi quantitร di molecole derivate da zolfo, fosforo e azoto, ingrassano le alghe e le piante acquatiche che se ne nutrono, riducendo la quantitร di ossigeno e, quindi, contribuendo allโasfissia dei pesci.
Se consideriamo che ogni anno vengono gettati negli scarichi i residui della detergenza di un mercato che vale in Europa 30 miliardi lโanno, dobbiamo davvero cominciare a preoccuparci e, soprattutto, a fare qualcosa per invertire la rotta.ย Leggendo le etichette,ย scegliendo cosa comprare, condividendo informazioni.
el libroย Occhio all’Etichettaย oltre alle tantissime informazioni e ai preziosi consigli per capire come scegliere i prodotti da mettere nel carrello della spesa Lucia ed Elena ci illustrano leย buone praticheย dell’autoproduzione. Ecco due esempi di pratiche ecologiche e facili da fare per chiunque.
Le buone pratiche
Antimuffa naturale
Per realizzare un antimuffa naturale basta miscelare allโinterno di un flacone con pistola a spruzzo (riciclato, ovviamente) 200 ml di aceto di vino bianco antimicotico e 30 gocce di olio essenziale di tea tree, un potente fungicida naturale. La soluzione ottenuta va spruzzata direttamente sulle zone colpite da macchie di muffa, lasciando agire per circa un minuto. Trascorso il tempo, la muffa va rimossa con un panno in microfibra. Non serve risciacquare.
Giร dal primo trattamento rimarremo stupiti dagli efficaci risultati. Lโoperazione va ripetuta una volta a settimana finchรฉ il problema non รจ completamente risolto. Questo prodotto fai da te si conserva per circa un mese, ma in genere finisce molto prima, in questo dosaggio.
Zanzare? Naturalmente no, grazie
Se vogliamo goderci la serata estiva allโaperto senza ricorrere a sostanze dannose per noi stessi e per lโambiente possiamo provare ad affidarci ai sempre verdi rimedi della nonna: lavanda, menta e timo, basilico, rosmarino, citronella, verbena, chiodi di garofano e geranio sono tutti ottimi alleati naturali.
Si possono utilizzare come oli essenziali (diluiti e nelle giuste concentrazioni), come essenza in diffusori o magari anche coltivandone le piante odorose nei vasi circostanti. Basterร la loro colorata e profumata presenza ad allontanare un bel poโ di zanzare estremamente sensibili al loro odore.
In alternativa, possiamo acquistare, magari in erboristeria una boccetta di olio di Neem, un efficace e naturale antizanzara adatto anche ai bambini.
Ecco il libro che ogni consumatore dovrebbe leggere!
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