Abbiamo intervistato il Dott. Raul Vergini (nella foto), autore del libro “Ipotiroidismo: un’emergenza ignorata”. Raul Vergini si occupa da oltre trent’anni di omeopatia, medicina naturale, integrazione nutrizionale e anti-aging. Negli ultimi 15 anni ha posto al centro della sua pratica il trattamento dell’ipotiroidismo e più di recente anche un approccio più naturale e meno invasivo ai problemi della fertilità (RRM – Restorative Reproductive Medicine – Medicina Riproduttiva Riparativa). Ha scritto diversi articoli e ha tenuto conferenze in Italia e all’estero.
L’intervista è suddivisa in due parti. Di seguito, la prima parte.
Qual è la situazione dell’ipotiroidismo oggi? Si può parlare di una epidemia nascosta? Da che segni si può evincere?
Già 10 anni fa, quando uscì la prima edizione del mio libro, definii l’ipotirodismo “una emergenza ignorata” proprio perchè ritenevo che il problema fosse in gran parte sottovalutato. Questo sia perché i casi di ipotiroidismo sono probabilmente molti di più di quelli diagnosticati, sia perché molti dei pazienti con diagnosi riconosciuta ed in trattamento in realtà continuano ad avere molti di quei sintomi, riferibili all’ipotiroidismo, che li avevano portati dal medico la prima volta e che non sono migliorati con la terapia specifica cioè con la tiroxina.
Dopo 10 anni la situazione non è cambiata, per cui credo si possa effettivamente parlare di una sorta di epidemia, e si possa definirla “nascosta” per i motivi descritti sopra, cioè diagnosi che non sempre vengono fatte (nel libro sono esaminati i problemi relativi agli esami di laboratorio) e terapie che pur corrette secondo le linee guida troppo spesso non portano al paziente i benefici che si aspetta
Quali sono le principali cause di questa disfunzione della tiroide?
La stragrande maggioranza dei casi di ipotiroidismo oggi è conseguente alla tiroidite di Hashimoto, una patologia infiammatoria cronica di origine autoimmune (cioè vengono prodotti anticorpi che attaccano la tiroide). Questa non dà immediatamente dei sintomi che appaiono invece nel tempo col progredire del danno strutturale della ghiandola e con la conseguente riduzione della sua capacità di produrre ormoni.
I casi di ipotiroidismo primitivo (cioè non conseguenti a tiroiditi) sono in numero decisamente minore, come pure quelli di ipotiroidismo congenito.
C’è una connessione tra ipotiroidismo e inquinamento elettromagnetico?
Non ci sono ancora molti studi al riguardo, ma alcuni lavori paiono confermare, almeno negli animali da laboratorio, un possibile danno al tessuto e alla funzione tiroidea legato alla esposizione a campi elettromagnetici come quelli a 50hz (frequenza delle reti elettriche domestiche) e 450-3800mhz (frequenze usate dai telefoni cellulari). Questo è un fenomeno a cui si dovrà sicuramente prestare sempre più attenzione in futuro anche alla luce dell’aumento delle frequenze e della potenza dei nuovi apparecchi elettronici.
(Fine prima parte)
Leggi QUI la seconda parte
PER APPROFONDIRE
“Ho scritto questo libro per informare il pubblico sulla elevata incidenza e sulla reale portata di tutti i casi di ipotiroidismo e per consentire di verificare se i sintomi siano compatibili con questa patologia. Così sarà possibile cercare una conferma diagnostica dal proprio medico di fiducia e, non meno importante, evitare che noi medici perseveriamo nell’errore.” (L’autore)