In questa introduzione alla storia dello yoga, abbiamo già trattato delle origini dello yoga e dei suoi testi classici.
Il successivo periodo puranico (300-400/1100 d.C.) trae la propria denominazione dai Purana, una forma di letteratura che, oltre a illustrare la vita sociale del tempo, tratta un’infinità di argomenti, tra cui l’aspetto spirituale, e innumerevoli pratiche e concezioni yogiche.
Si giunge poi al periodo tantrico: il termine tantra, intorno a cui si è creata tanta confusione, etimologicamente significa “tecnica” e il suo aspetto essenziale è l’adorazione della realtà, o Madre Suprema (Shakti). Al fine di intensificare tale aspetto devozionale, furono introdotte dalle diverse tradizioni molte tecniche e metodiche.
Lo yoga nel Medioevo
Durante il periodo medioevale si assiste a un grande movimento spirituale che vede, tra l’altro, l’applicazione su vasta scala di moltissime pratiche yoga, benché in maniera piuttosto disordinata.
Tra le tante tradizioni che si svilupparono in questo periodo, una delle più rilevanti fu l’Hatha yoga, di cui Goraksanatha (o Gorakhnath) fu il maestro indiscusso. In particolare, numerose modifiche vennero introdotte nelle posture (asana) e anche le pratiche di controllo del respiro (pranayama) conobbero un nuovo momento di splendore, pur subentrando alcuni cambiamenti.
Inoltre, si diffusero le pratiche di purificazione e si fece strada il concetto del corpo come veicolo per lo sviluppo spirituale: è la genesi della psicosomatica. Tra corpo e mente c’è una strettissima relazione e attraverso il corpo si può raggiungere la mente.
Lo yoga nel XX secolo
Nel XX secolo lo yoga è stato avvolto nel mistero. Ciò mentre in Occidente molti sforzi venivano fatti per la sua divulgazione, specialmente da parte di personaggi come Vivekannda, Sivananda, Aurobindo col suo “yoga integrale”, e altri che furono gli artefici del rifiorire di varie scuole di pensiero.
Yoga e scienza
Nel 1924 lo yoga assunse una veste scientifica grazie a Kuvalayananda: si è così avuta la conferma della validità di questa disciplina che si è affrancata dagli aspetti misteriosi e miracolistici, per divenire scienza razionale, le cui metodiche sono oggetto di precise indagini scientifiche. Ma ecco che cosa dice di questa grande personalità la già citata Enciclopedia dello yoga:
“Studioso, educatore, ricercatore, maestro di vita e umanista, Jagannath Ganesh Gune, conosciuto come Swami Kuvalayananda, nacque a Dabhai (Gujarat) nel 1883. Durante il periodo degli studi compiuti a Baroda, subì l’influenza di personalità quali Tilak e Aurobindo. Nel 1919 Paramahamsa Madhavdasji, Maharaja di Malsar, lo iniziò ala dottrina dello yoga. Profondamente impressionato dai misteriosi effetti psico-fisici delle pratiche, Kuvalayananda volle cercare anche una spiegazione scientifica; per questo decise di dedicare la sua vita allo studio dello yoga su basi scientifiche. Nel 1924 fondò a Valvan, nei pressi di Lonavla (Maharastra), il Kaivalyadhama Institute, con l’intento di approfondire, in modo particolare, lo studio degli aspetti terapeutici dello yoga. I risultati di queste ricerche cominciarono a essere pubblicati sulla rivista Yoga Mimamsa (Critica dello yoga), molto apprezzata anche in Occidente, oltre che in opere diverse, come i testi Asana, Pranayama e Yogic Therapy (1963) […] nel 1961 fondò a Lonavla un ospedale yogico ispirato ai suoi princìpi. Il lavoro avviato da Kuvalayananda continua dopo la sua morte, avvenuta nel 1966, per opera di numerose istituzioni non solo in India, ma anche in Occidente”.
Attualmente sono moltissimi gli studiosi, i medici e i ricercatori che si interessano allo sviluppo della ricerca scientifica nel campo dello yoga iniziata da Kuvalayananda. Soprattutto negli ultimi cinquant’anni molti maestri indiani sono venuti in Occidente allo scopo di divulgare lo yoga. Purtroppo, a causa della mancanza di una linea comune nelle metodiche didattiche, c’è stata una diffusione incontrollata di tecniche che portano il nome di yoga, ma che – avendone solo il nome – hanno creato molta confusione.
Liberamente tratto da Cinzia Picchioni, Introduzione allo yoga, L’Età dell’Acquario, Torino 2001